Migranti / La crisi

Nel mondo oltre cento milioni di profughi in fuga, ma l'Europa ne accoglie pochissimi: ecco i numeri

Diffuso il Rapporto 2022 sul diritto d'asilo, promosso dalla Fondazione Migrantes della Cei, che mostra come l'Italia e gli altri Paesi Ue sono avari nei riguardi di chi fugge da guerre, violenze, persecuzioni. Si denuncia anche l'imporsi di un pericoloso doppio standard degli Stati: solidali con gli ucraini, ma per gli altri non ci si fa problemi a discriminare le persone e a violare i diritti umani e le convenzioni internazionali

ROMA. È record di rifugiati nel mondo. La quota attuale di chi emigra forzatamente ha raggiunto 103 milioni di persone, un dato senza precedenti, pari ad un abitante su 77, più del doppio di dieci anni fa, quando si attestava su un abitante su 167.

Un'onda che ha investito anche l'Europa, principalmente a causa della guerra in Ucraina ma che nonostante la forza d'urto di 4,4 milioni di profughi, non ha compromesso la "stabilità" e il" benessere" del Vecchio continente.

A dirlo è il Rapporto 2022 sul Diritto d'asilo, "Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati", promosso dalla Fondazione Migrantes della Cei, che, partendo dai dati globali, ricostruisce via, via numeri e cifre dell'asilo in Italia. E denuncia un "pericoloso doppio standard": "solidali con gli ucraini e discriminanti e in violazione dei diritti umani e delle convenzioni internazionali con altri", "nel 2022 l'Ue "ha fatto di tutto per tenere fuori dai propri confini poche decine di migliaia di persone bisognose di protezione provenienti da altre rotte ed altri Paesi".

Eppure, viene da ricordare che giusto ieri in Parlamento, la premier italiana Giorgia Meloni ha ribadito con forza la necessità che l'Europa difenda ancora di più i propri confini esterni.

Ma torniamo al rapporto. "La generosa 'auto-accoglienza' messa in atto dalla comunità ucraina, con la collaborazione di tanti privati cittadini italiani - afferma il Rapporto -, ha salvato un sistema di accoglienza ristretto e limitato: le 171.500 persone arrivate dall'Ucraina surclassano del 72% la totalità dei rifugiati e richiedenti asilo di tutte le provenienze ospitati nel sistema pubblico alla fine di settembre fra Sai, Cas e centri di prima accoglienza, poco più di 99 mila persone".

Per quanto riguarda gli arrivi via mare, "questo 2022 vede in netto aumento su gommoni, barche e barconi rifugiati afghani e siriani, anche se le tre prime cittadinanze negli 'sbarchi' rimangono, come nel 2021, quelle tunisina, egiziana e bangladese".

Il Dossier apre una finestra anche "sulla situazione alle quattro frontiere di terra con Slovenia, Austria, Svizzera e Francia" facendo emergere le cifre sui migranti "irregolari" rintracciati, "in crescita ovunque, oltre 4.800, ad esempio, quelli rintracciati dalla sola polizia di frontiera di Trieste e Gorizia nel 2022 fino a metà settembre".

Alquanto tragica resta la situazione nel Mediterraneo che si conferma mare di morte: "Verso la fine di ottobre 2022 - si legge nel Report - la stima (minima) dei rifugiati e migranti morti e dispersi nel Mediterraneo è poco inferiore alle 1.800 unità. Ancora una volta a pagare il tributo più pesante sono coloro che tentano la traversata del Mediterraneo centrale, sulla rotta che porta verso l'Italia e Malta, dove si sono contati 1.295 morti e dispersi, contro i 172 del settore occidentale e i 295 di quello orientale".

"Il 2021 - si legge pure - vanta anche il triste 'record' del numero di migranti e rifugiati intercettati dalla cosiddetta Guardia costiera libica e ricondotti (o meglio deportati) in un sistema organizzato di miseria, arbitrio, vessazioni, taglieggiamenti e violenze: 32.400 persone contro le 11.900 del 2020. A partire dal 2017, anno del 'memorandum Roma-Tripoli', i 'deportati di Libia' sono ormai 104.500 e a partire dal 2016, 118 mila".

Secondo il dossier poi, l'Italia accoglie meno di altri in Europa: "Nel 2021 il Paese che ha effettuato più trasferimenti "Dublino" di richiedenti asilo è la Francia (3.145), seguita dalla Germania. Quest'ultima è stata invece il principale Paese ricevente (4.274 richiedenti ricevuti), seguita dall'Italia (1.525 secondo Eurostat e 1.468 secondo il Viminale)".

Il diritto all'asilo "è un diritto enunciato ma non garantito, e questo è ancora più amaro", ha commentato alal presentazione il presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, incoraggiando il governo a scegliere la strada dei "diritti, dei flussi e dei corridoi".

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