Sanità / La storia

Dona 50 mila euro al reparto di nefrologia per la formazione del personale che si occupa di trapianti

Trento, il lascito di un imprenditore di 72 anni che nel 2015 aveva ricevuto un rene da un donatore. Il primario Giuliano Brunori: «Per noi una sorpresa e un motivo di soddisfazione. Un aiuto importante per sviluppare delle competenze, in Italia e all'estero del nostro personale»

TRENTO. Una donazione da 50 mila euro per il personale del reparto di nefrologia di Trento, per la formazione del personale.

A farla è stato un imprenditore trentino di 72 anni deceduto nel febbraio di quest'anno dopo che, sette anni fa, nell'ottobre del 2015, aveva ricevuto un rene da un donatore. Un trapianto che era riuscito, ma poi - con il tempo - erano subentrate una serie di complicanze.

L'imprenditore, che ha toccato con mano l'importanza di poter contare su una equipe preparata, non ha dimenticato gli "angeli" che lo hanno curato. Per questo, nel suo testamento, ha voluto destinare una cifra di tutto riguardo per la formazione del personale che si occupa di trapianti.

«Per noi è stata una sorpresa quando siamo stati contattati dai notai - conferma il primario di nefrologia Giuliano Brunori. - É stato motivo di soddisfazione e orgoglio perché vuol dire che questa persona ha trovato nel nostro reparto una buona risposta sanitaria. Inoltre questo dono sarà importante per sviluppare delle competenze, in Italia e all'estero del nostro personale che potrà migliorarlo ulteriormente».

Accade spesso che singoli pazienti o familiari donino oggetti o somme di denaro all'Azienda sanitaria, ma certamente questa fa notizia per l'importo. «Sarà nostra premura informare i familiari dell'utilizzo che faremo di questo denaro, di come sarà spedo affinchè abbiano un riscontro che il lascito sarà ben speso secondo le volontà del loro caro», assicura il primario che ci tiene anche a precisare che il Trentino può vantare il primato di essere la regione dove il rapporto tra pazienti con malattie renali e trapiantati è migliore. «Su 100 pazienti 58 sono trapiantati e 42 sono dializzati - dice - . Lo scorso anno i trapianti di rene sono stati 22, sia da donatori deceduti che da viventi».

Proprio quest'ultima tipologia sta avendo uno sviluppo negli ultimi tempi in quanto consente di accorciare di molto i tempi. «Attualmente i tempi di attesa medi per un trapianto da donatore deceduto vanno dai 24 ai 36 mesi mentre tra viventi può scendere a sei e in alcuni casi il soggetto non deve nemmeno entrare in dialisi prima. Quest'anno, se tutto va bene, dovremmo arrivare a sei trapianti da donatore vivente».

Mamme che donano ai figli, mariti alle moglie e viceversa, ma anche donazioni tra fratelli. Non sempre, però, questo è possibile. «Recentemente, per la prima volta, abbiamo inserito un nucleo di donazione per un trapianto cross-over. Si tratta di un trapianto che essere attuato se ci sono almeno due coppie (ognuna con un donatore e un paziente in attesa di trapianto di rene) disposte alla donazione, ma incompatibili. Una opportunità importante utilizzata proprio per rendere possibile un trapianto a quei pazienti che sono in attesa, hanno un donatore, ma non compatibile. In questo modo viene invece data la possibilità ad una coppia «donatore-ricevente» di ricevere e donare un rene incrociando le loro compatibilità immunologiche con quelle di altre coppie nella stessa condizione». P. T.

comments powered by Disqus