Politica / Il caso

Osservatorio per il contrasto delle infiltrazioni criminali, la giunta dice no a Marini: «Una grande delusione, ma io insisterò»

La proposta legislativa del consigliere M5S, sostenuta anche dal resto della minoranza, incontra lo sbarramento della maggioranza di centrodestra: «Eppure organismi analoghi esistono già da tempo praticamente in tutta Italia»

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di Matteo Lunelli

TRENTO. L'Osservatorio per il contrasto alla criminalità, per dirla con Manzoni, non s'ha da fare. Né ora (di sicuro) nè mai (forse). Da tre anni la proposta di Alex Marini (M5s) aspettava il via libera e l'altroieri, mercoledì, era il giorno della verità: ma, appunto, è arrivato il no.

Più di una bocciatura, sottolinea lo stesso Marini, perché la strategia della maggioranza è stata quella di votare "no" al passaggio alla discussione dell'articolato: la contrarietà è arrivata senza la possibilità di discutere ed entrare nel merito della questione (il vicepresidente Tonina ha provato a sostituire il Ddl con un ordine del giorno per rimandare lo stesso disegno nuovamente in commissione e renderlo più snello).

La bocciatura all'istituzione di un osservatorio per il contrasto alla criminalità organizzata è arrivata con 20 sì, ovvero la maggioranza compatta. Spiega Alex Marini: «Dopo tre lunghi anni di attesa mercoledì era il giorno della verità. E la verità è semplice: la maggioranza provinciale non ha intenzione di fare alcunché di concreto per combattere le infiltrazioni in Trentino.

L'aula ha liquidato senza esitazioni la proposta di legge per istituire un Osservatorio sulla criminalità organizzata avanzata dal Movimento 5 stelle nel 2019. Un Osservatorio che esiste già da tempo praticamente in tutta Italia, anzi spesso con delle "commissioni" ad hoc su determinati temi, dai rifiuti alla salute alla mafia.

A caldeggiare più volte la proposta di legge, è bene ricordarlo, sono stati direttamente la Commissione antimafia, la Conferenza di presidenti delle assemblee regionali e tutti i soggetti ascoltati in commissione, perfino il Consiglio delle autonomie locali. Ma niente da fare».

Marini non si spiega la bocciatura ed è profondamente deluso, umanamente più che politicamente: «Non è stata data una motivazione concreta e coerente, ad esempio i costi o qualche norma che non convinceva. Non c'è stata nemmeno la discussione, nessun esponente della giunta è intervenuto per un semplice commento o per avanzare dubbi o proposte alternative. Se ora mollerò? Sicuramente no, riporterò in commissione il disegno di legge. E lo farò per puro senso e dovere civico».

Conclude il consigliere: «Ad oggi tutti gli impegni e le promesse ad approfondire la materia sono rimasti inattuati. C'è stata una vera e propria volontà di ostacolare i disegni di legge in trattazione sia a livello provinciale che a livello regionale. Come ho detto in aula, in questi tre anni da parte dei politici di maggioranza si sono registrati comportamenti elusivi delle basilari regole del confronto democratico, tattiche dilatorie rispetto all'esigenza di trattare l'argomento fino ad arrivare a veri e propri atteggiamenti omertosi come l'assenza di risposte agli atti politici presentati sull'argomento criminalità. Puntano a far finire la legislatura senza aver preso posizione, ben sapendo che bocciando il disegno di legge renderebbero chiaro ciò che tutti hanno già capito, ovvero che non hanno alcuna intenzione di intervenire contro le infiltrazioni della criminalità in Trentino. A loro va benissimo far propaganda sulla criminalità comune, sfruttando le paure della gente, ma quando si tratta di intervenire contro i veri mandanti di ladri e spacciatori, spariscono. I cittadini e gli elettori trentini si domandino il perché».

Nel corso della mattinata di mercoledì, prima della bocciatura, gli esponenti delle minoranze si erano schierati con Marini.

«Le infiltrazioni mafiose ci sono - ha detto Paolo Zanella (Futura) - e rischiano di diventare ancora più insidiose con la recessione economica che si vede all'orizzonte. Il contrasto alla criminalità spetta alle forze dell'ordine, ma tante regioni hanno istituito l'Osservatorio ed è difficile capire il no della Giunta».

Lucia Coppola (Europa Verde) ha ribadito il suo sì: «Anche il Trentino è toccato da fenomeni mafiosi e un'economia come la nostra è interessante per la criminalità, anche perché sono in vista grandi opere. Bocciare il Ddl è un brutto messaggio per i cittadini».

«In Trentino non manca il senso civico e non siamo certo in cima alle classifiche per l'illegalità - ha sottolineato Ugo Rossi (Misto) -, ma non fa certo male pensare di monitorare la situazione della sicurezza in senso lato. Voterò sì».

Giorgio Tonini (Pd), ringraziando Marini per la tenacia con la quale ha portato avanti il tema, ha ricordato che «In un comune del nostro territorio non si trovano candidati forse perché temono infiltrazioni mafiose e quindi minacce. Un campanello d'allarme evidente e non avvertilo sarebbe come se i nostri Vigili del fuoco non sentissero l'allarme di un incendio. La proposta di Marini è di rafforzare la prevenzione per resistere a quello che può diventare un cancro per l'economia e la stessa coesione sociale e civile. Si deve agire quando ancora la situazione è controllabile».

Sì anche da Filippo Degasperi (Onda): «La maggioranza dovrebbe chiarire le ragioni del no: istituire un Osservatorio non significa affermare che il Trentino è in preda alla criminalità e neppure può essere visto come una soluzione. Ma, proprio perché il nostro territorio rimane ancora in testa della classifica della legalità, prevenire è importante».

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