Salute / Giustizia

Progetto NOT azzerato, la Guerrato chiede 40 milioni di risarcimento alla Provincia

Depositato anche il terzo ricorso, al Tar, mentre la recente delibera di azzeramento del progetto potrebbe portare al quarto ricorso da parte della ditta, prima incaricata poi esautorata

di Marica Viganò

TRENTO. Il conto aumenta. La Guerrato chiede alla Provincia di Trento (e ad altri enti ritenuti corresponsabili come l’Azienda sanitaria provinciale) un risarcimento che sfiora i 40 milioni di euro. «Siamo in attesa che venga fissata l’udienza al Tar. Per la vicenda del Not sono tre i contenziosi pendenti fra Cassazione, Consiglio di Stato e Tribunale amministrativo regionale».

E con la delibera della giunta provinciale che cancella il progetto del Not? «I contenziosi potrebbero salire a quattro, ma ci riserviamo di leggere i contenuti del provvedimento prima di agire» evidenzia l’avvocato Dario Capotorto, parlando anche a nome dei colleghi Stefano Vinti, Sonia Macchia e Roberto Milia.

Il progetto preliminare della Guerrato, vincitrice della gara d’appalto, risultò “non approvato” dall’ingegner De Col,  Responsabile unico del procedimento (Rup) per la realizzazione in project financing del Nuovo ospedale del Trentino. Con sentenza depositata il primo agosto scorso, il Tar aveva ritenuto inammissibile il ricorso contro questa nuova bocciatura e l’azienda rodigina annunciò, oltre all’appello, una azione risarcitoria per circa 30 milioni di euro.

Tra rivalutazione monetaria e altro, il conto è lievitato: l’importo contenuto nell’ultimo ricorso depositato al Tar è qualcosa in più di 39 milioni di euro. Una cifra che rappresenta una buona fetta degli investimenti che saranno necessari per la sistemazione del Santa Chiara in attesa di una nuova struttura.

Un esempio su tutti: in meno di vent’anni - il piano di investimenti era scattato nel 1999 all’annuncio del Not e il dato è aggiornato al 2017 - 54 milioni di euro sono serviti per la ristrutturazione dell’ospedale. Nel 2019 solo per adeguare il Santa Chiara alla normativa vigente servirono 13,5 milioni di euro. I 40 milioni di risarcimento chiesti dalla Guerrato alla Provincia non sono briciole per un sistema sanitario che, dal Covid in poi, appare in sofferenza. Sempre che l’azienda rodigina non alzi la posta di fronte alla completa cancellazione del progetto annunciata ieri dal presidente Fugatti. Gli avvocati della Guerrato non si sbilanciano.

«Dobbiamo leggere il provvedimento, poi decideremo. Oltre all’istanza risarcitoria per quasi 40 milioni di euro e al ricorso pendente in Cassazione (quello della Pizzarotti, l’altra azienda coinvolta nel tribolato appalto del Not, contro la sentenza del Consiglio di Stato che dà ragione a Guerrato, ndr), a giorni presenteremo appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar di agosto. Anche se la Provincia cancella il progetto tutti questi contenzioni rimangono. E potrebbe aggiungersene un altro».

Nulla è deciso, ma un decennio di progetti, ricorsi e controricorsi è difficile da cancellare con un colpo di spugna. «La sensazione che la Provincia volesse revocare tutto l’abbiamo avuta già da tempo, quando hanno deciso di interrompere il dialogo con la Guerrato, anziché andare avanti nelle richieste del documento progettuale. Tant’è che nel nostro ricorso contro la decisione del Rup abbiamo evidenziato che buona parte delle obiezioni della Provincia erano puramente pretestuose - concludono gli avvocati - Questa decisione conferma la nostra impressione dell’esistenza di una precisa intenzione della Provincia di buttare alle ortiche il lavoro fatto in questi 11 anni di attività. La Guerrato ha sempre manifestato, e continua a farlo, la propria disponibilità a inserire nel progetto tutti gli adeguamenti necessari».

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