Fauna / Il caso

L'orsa morta durante la cattura in val di Ledro, l'Aidaa annuncia un esposto: "Non siamo convinti si tratti di un incidente"

L'associazione chiede che vi siano indagini su quanto avvenuto in val di Concei: "Molte incognite che è buona cosa chiarire fino in fondo". Anche l'Oipa annuncia una richiesta di accesso agli atti. La delegata in Trentino, Ornella Dorigatti: «Com'è possibile gestire così la presenza degli orsi e continuare a far morire animali selvatici in operazioni che richiedono competenza e accuratezza?»

IL FATTO L'animale morto si trovava nella trappola tubo

TRENTO. L'associazione italiana difesa animali ed ambiente Aidaa "già nelle prossime ore presenterà un esposto alla procura per chiedere sia l'autopsia sul cadavere dell'orsa e la verifica della corretta applicazione delle procedure di cattura".

La Provincia autonoma ha spiegato in una nota stampa che l'orsa, F43, da tempo monitorata a causa della "spiccata confidenza con l'uomo", è morta durante il tentativo di cattura tramite trappola a tubo in val di Concei. In queste ore, dopo la diffusione della notizia nella mattinata del 6 settembre, si stanno moltiplicando le reazioni nel mondo animalista.

"Non siamo convinti si tratti di un incidente, meglio andare a fondo della vicenda - scrivono gli animalisti di Aidaa in una nota stampa- per questo chiediamo di indagare su questa morte, guarda caso dell'orsa che veniva monitorata in modo intensivo ed oggetto di ripetuti tentativi di dissuasione a causa della sua spiccata confidenza con l'uomo. E la strana morte di F43 considerata un orso problematico lascia aperte molte incognite che è buona cosa chiarire fino in fondo", si legge in una nota.

A breve, dunque, l'autorità giudiziaria trentina dovrebbe ricevere un esposto da parte dell'associazione.

Ma Anche l'Oipa annuncia di voler chiedere chiarimenti sul decesso del plantigrado.

"Un altro orso muore in Trentino - si legge in una nota stampa - ucciso dalle operazioni di cattura in Val di Concei svolte dalla Provincia autonoma di Trento durante un intervento per la sostituzione del radiocollare che portava dal luglio 2021. L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), sgomenta, annuncia un’immediata richiesta di accesso agli atti per conoscere nel dettaglio quanto effettuato e accaduto".

Massimo Comparotto, presidente dell’Oipa, commenta: «Quando avremo in mano la documentazione, compresi i materiali video, valuteremo l’opportunità di farla analizzare a un nostro consulente. Ci riserviamo inoltre d’intervenire nelle opportune sedi per la tutela degli orsi, animali protetti a livello comunitario, se emergeranno responsabilità».

L’associazione ricorda che non è la prima volta che un orso viene ucciso in Trentino durante le operazioni di cattura: la più famosa vittima è Daniza, che lasciò orfani nel 2014 i suoi cuccioli.

«Ci chiediamo, ancora una volta, come sia possibile gestire così la presenza degli orsi, come sia possibile continuare a far morire animali selvatici in operazioni che richiedono competenza e accuratezza», dichiara la delegata dell’Oipa di Trento, Ornella Dorigatti.

«La Provincia autonoma di Trento - aggiunge - è ancora ben lontana dall’attuare una seria azione di prevenzione e una seria progettazione di azioni volte a una serena convivenza con la fauna selvatica. La procedura di cattura degli orsi mette a repentaglio la loro vita e ci chiediamo perché ci si ostini nel perseguitare questi meravigliosi animali».

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