Istruzione / Il caso

Scuola, la Provincia vuole introdurre il “merito” per gli insegnanti. I sindacati: «Parliamone, ma prima c’è da rinnovare il contratto»

Il progetto dell’assessore Bisesti prevede l’istituzione delle figure di “docente esperto”, di “docente ricercatore” e di “referente d’area”

TRENTO. Un meccanismo per favorire un riconoscimento professionale agli insegnanti della scuola trentina: è questo l’obiettivo a cui punta l’assessorato all’Istruzione. Il progetto è stato illustrato nei giorni scorsi alle organizzazioni sindacali.

Si prevede l’istituzione del profilo di “docente esperto” per il 30% del personale docente. Un ulteriore 5% può diventare “docente ricercatore” e un altro 5% può specializzarsi nell'organizzazione, magari perché assume incarichi di sostituzione dei presidi o diventa referente d'area.

«Non siamo contrari a priori a meccanismi che favoriscano la formazione e il riconoscimento del percorso professionale e l’esperienza dei docenti – afferma Cinzia Mazzacca, segretaria della Flc del Trentino -. Ci appare però inopportuno affrontare questo tema adesso, quando dal 2018 tutto il personale della scuola attende il rinnovo del contratto. La priorità deve essere quella su tutto».

Chi opera nella scuola, così come tutti gli altri lavoratori, è fiaccato dal carovita e dall’inflazione in continua crescita. Una situazione resa ancora più complessa per retribuzioni ferme ormai da troppo tempo. «C’è una vera e propria emergenza salariale. L’assessore Bisesti si concentri su questo», incalza Mazzacca.

Nel merito della proposta di valorizzazione professionale dei docenti Flc non oppone un netto no, ritiene però che ci siano delle criticità che vanno discusse e affrontate insieme al sindacato.

A cominciare dal fatto che qualsiasi meccanismo di progressione di carriera dovrà comunque essere definito all’interno del contratto di lavoro e mantenere l'automatismo delle progressioni economiche per anzianità. Accanto all’aspetto normativo vanno stanziate anche le risorse per riconoscere dei nuovi profili professionali sia per prevedere sgravi orari sia per incentivi economici. «È chiaro che una modifica di questa portata non si può fare a costo zero».

Flc ritiene positivo che il progetto abbia individuato criteri di riconoscimento collegati alla didattica, alla ricerca-azione, alla formazione, al tutoraggio dei docenti neo-assunti. Non condivide, però la scelta di incarichi permanenti che non consentirebbero una rotazione né l'accesso alle nuove funzioni a tutti i docenti che acquisiscono i requisiti.

C’è poi il nodo legato all’oggettività dei criteri di valutazione. «La scelta del concorso pubblico, con valutazione dei titoli professionali maturati nella vita lavorativa, dà sicuramente maggiori garanzie di imparzialità nella valutazione ma occorre definire attentamente le tipologie di prove e le modalità per la costituzione delle commissioni. Occorre inoltre, per assicurare l'universalità di accesso».

Flc chiede infine che il sistema sia rivolto anche ai docenti a tempo determinato. «Insegnanti che a volte, anche per lunghissimi periodi, operano fianco a fianco con i colleghi di ruolo per garantire la qualità del servizio», conclude Mazzacca.

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