Crimine / Il caso

I vandali distruggono il pullmino dell'US Cavedine-Lasino: prima il portellone, poi il furto dell’autoradio, ora il parabrezza spaccato a sprangate

Il mezzo, un vecchio minibus acquistato con tanti sacrifici per trasportare i bambini alle partite, era custodito all’interno del centro sportivo: «Una ragazzata, speriamo, non pensiamo che qualcuno ci abbia preso di mira»

di Patrick Zeni

CAVEDINE. Minibus dell'Unione sportiva dilettantistica Cavedine-Lasino danneggiato da mani ignote. È accaduto nei giorni scorsi, senza sapere di preciso quando e soprattutto perché, all'interno del centro sportivo di Cavedine dove il mezzo viene posteggiato abitualmente.

Riparo evidentemente non sufficiente visto che per la seconda volta nel giro di pochi mesi il veicolo è stato bersagliato malamente. Lo scorso autunno con la forzatura del portellone laterale e la sottrazione dell'autoradio dalla plancia, il bis con lo sfondamento del parabrezza.

«Lo hanno colpito sette volte con cattiveria usando una spranga di ferro trovata lì vicino», allarga le braccia il presidente della società calcistica Walter Bortolotti. Quel mezzo era stato acquistato usato, in buone condizioni di meccanica e carrozzeria, sette anni fa con tanti sacrifici allo scopo di accompagnare i pulcini e i bambini alle prime armi con il pallone (oltre ai militanti nel campionato di Promozione) agli allenamenti settimanali e nelle trasferte. «Togliendo un grande peso ai loro genitori», rimarca irritato il patron del maggiore team sportivo della Valle dei Laghi in esplicito riferimento all'efficienza del servizio di trasporto messo in piedi con tanta dedizione e generosità. Ignoto il movente dell'atto vandalico.

Ciò non toglie sia un'inqualificabile manifestazione di violenza che indigna i componenti del direttivo, ma non solo. Per loro, come per i locali amministratori comunali, una brutta sorpresa; però non hanno alcuna intenzione di piegarsi alle provocazioni. «È una ragazzata, non penso che siamo stati presi di mira da qualcuno - osserva - ma sono curioso di sapere a chi è venuto in mente di danneggiare così il nostro pullmino».

E senza avventurasi in supposizioni - in difetto di indizi - riprende di colpo: «Non credo a qualcuno dei nostri ragazzi. Già hanno la fortuna di accedere e utilizzare questo centro per giocare e divertirsi, ma se non fosse così sarebbe davvero incredibile».

È dura da mandar giù, una pugnalata alle spalle immeritevole d'attenuanti di sorta. Ora come ora Bortolotti preferisce deviare dalla linea dura caldeggiata dal comune, quella della chiusura dell'area attrezzata in via alla Pineta, tuttora parzialmente occupata da un cantiere. «Sarebbe molto brutto, perché le strutture che paga la comunità devono essere utilizzate da tutti. Spero però di non arrivare a chiudere, ho ancora fiducia nei giovani».

In mancanza di testimoni oculari le forze dell'ordine sono al lavoro sui dati acquisiti dalle telecamere di sorveglianza.

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