Italia / Il caso

Cannabis, polemiche dopo l'autodenuncia dell'ex sardina Santori: "La coltivazione per autoconsumo va depenalizzata, così si indebolisce lo spaccio criminale"

Il consigliere comunale del Pd a Bologna spiega che l'iniziativa è a supporto del disegno di legge presentato in Parlamento per la depenalizzazione della coltivazione domestica di un massimo di quattro piantine di marijuana, oggi equiparata alle attività criminali Critico il sindaco di Bologna, Lepore: "Sono perché la legge sia rispettata anche quando la si vuole cambiare". Durissima la destra: Fratelli d'Italia e Lega chiedono verifiche di eventuali reati commessi dal politico

REFERENDUM La Consulta boccia il quesito sulla legalizzazione della cannabis

ROMA. Ha scatenato numerose reazioni, di segno opposto, l'iniziativa di Mattia Santori, consigliere comunale Pd a Bologna e già leader del movimento delle sardine, che ha fatto sapere che a casa coltiva tre piantine di cannabis. Un'iniziativa a supporto del disegno di legge proposto in Parlamento per depenalizzare la coltivaizone domestica per autoconsumo.

Fra le reazioni negative quelle del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, pure lui del Pd, partito che fra l'altro a Roma, sulla carta dovrebbe sostenere il ddl di cui è rimo firmatario il radicale Riccardo Magi (+Europa).

"Con il sindaco ho avuto un confronto sereno", ha detto, spiegando che si augura che il caso rimbalzi nelel aule giudiziarie. "Denunciando me si denuncia uno Stato che obbliga 6 milioni di consumatori a rivolgersi al mercato nero. Denunciando me si criminalizzano 500mila autocoltivatori che da anni aspettano di essere rappresentati politicamente. Se sarò denunciato mi assumerò le mie responsabilità ma sono ben contento se il mio gesto servirà a smascherare l'ipocrisia latente al dibattito sulla cannabis e ad accendere i fari su un disegno di legge che in molti a destra non vorrebbero neanche votare".

Lepore non ha nascosto l'irritazione per le dichiarazioni di Mattia Santori, che è consigliere con delega al turismo e alle politiche giovanili: "Sono perché la legge sia rispettata anche quando la si vuole cambiare", ha detto il sindaco.

"Mattia finora ha lavorato ben. Spero che non voglia sprecare tutto", ha aggiunto Lepore . Su un'eventuale sfiducia a Santori, per ora frena: "È un consigliere comunale con delega, quindi sta esercitando il suo diritto di esprimere le sue opinioni. Stiamo facendo un percorso nella nostra città che coinvolge esperti sui temi delle sostanze e delle dipendenze. C'è poi una proposta di legge in discussione alla Camera che introduce elementi di novità rispetto alla coltivazione della cannabis in casa. Credo che dobbiamo attenerci a questo percorso, senza strappi. È importante continuare sul percorso che ci siamo dati, questo non è il Parlamento - dice ancora Lepore - ma il consiglio comunale".

Santori, reduce dagli Stati generali sulla cannabis a Milano, vuole infatti spronare il Parlamento a legiferare in materia. Ma contro di lui si scaglia inevitabilmente il centrodestra, FdI e Lega in testa, che non ammette distinzioni tra droghe cosiddette leggere e pesanti e che chiede per Santori la revoca della delega alle politiche giovanili.

Il fondatore delle 'Sardine' spiega in un'intervista a Repubblica di coltivare cannabis sotto le lampade in casa e che quest'anno il raccolto delle sue tre piantine è stato di 60 grammi d'erba. "Mi faccio le canne da quando ho 18 anni - afferma - poi un giorno mia sorella rientrata da Amsterdam mi ha portato dei semi, un regalo goliardico, li ho piantati ed è andata male. Ho comprato l'occorrente e solo al terzo tentativo sono cresciuti. Insomma non solo la consumo, ma la autoproduco per uso personale".

"Al momento - ammette - l'autocoltivazione è equiparata allo spaccio per cui io rischio sino a sei anni di carcere: è assurdo. Non a caso le Corti riunite della Cassazione hanno già indicato ai tribunali di considerare poche piantine come uso personale. Ora tocca al Parlamento muoversi". "Acquisto i semi da un canapaio che paga le tasse - afferma Santori - ho comprato le mie attrezzature, e tutto questo è già legale. In questo modo so dove vanno i miei soldi. Il mercato della cannabis alimenta la criminalità organizzata. Io non voglio che il mio consumo ricreativo di una canna ogni tre giorni vada ad arricchire un criminale, per questo dico che il mio è un comportamento virtuoso. Se il Parlamento fa spallucce io non sto zitto. Crea dipendenza? È provato scientificamente che non è così. Poi è chiaro che occorrono politiche di intervento su un consumo problematico".

Sul profilo giuridico lo mette in guardia l'ex procuratore aggiunto di Bologna, Valter Giovannini, oggi in pensione ma che a lungo si è occupato di indagini di droga. "Consiglierei - dice il magistrato - a chiunque voglia intraprendere azioni analoghe, di leggere meglio le sentenze della Cassazione. Se c'è attrezzatura idonea e lampade forse la coltivazione non è da considerarsi rudimentale e quindi penalmente irrilevante, e questo al di là dell'uso personale dichiarato. In ogni caso la valutazione spetta sempre al magistrato penale all'esito dei dovuti accertamenti".

Sul piano politico le reazioni della destra sono al vetriolo. Consiglieri comunali di Fratelli d'Italia e Lega chiedono verifiche di eventuali reati da parte delle autorità competenti e auspicano che il sindaco bolognese Matteo Lepore batta un colpo e ritiri le deleghe a Santori. Galeazzo Bignami, deputato FdI, invoca una presa di posizione anche dal segretario dem Enrico Letta. La polemica è più attuale che mai visto il seguito in Aula alla Camera, per questa settimana, della discussione sulla proposta di legge che vuole modificare il Testo unico sugli stupefacenti, in particolare rendendo possibile la coltivazione fino a un massimo di quattro piante di cannabis domestica, per uso esclusivamente personale.

"Come Radicali da sempre ci auto denunciamo per coltivazione domestica di cannabis, per questo non possiamo che esprimere il nostro pieno sostegno a Mattia Santori", così in una nota Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali italiani. "Ben venga il suo gesto provocatorio - dice Crivellini - che mette in luce le storture di un sistema proibizionista sul quale la prima a guadagnarci è la criminalità organizzata grazie a un business di sette miliardi sullo smercio di droghe leggere. Mentre i malati che ne hanno bisogno per lenire il dolore sono impossibilitati a trovarla in farmacia. Ricordiamo anche che il referendum sulla legalizzazione della cannabis andava ad incidere proprio su l'articolo 75 del testo unico sugli stupefacenti che viene citato nell'esposto contro Santori presentato dall'esponente di FdI Bignami. Per quel referendum - aggiunge la tesoriera - firmarono più di 600 mila cittadini, ora il Parlamento si faccia finalmente carico di questa istanza e discuta il Ddl Magi-Licatini per la depenalizzazione della coltivazione domestica di un massimo di quattro piantine di marijuana e la riduzione delle pene per i fatti di lieve entità riguardanti la cannabis.

Contro le fake news del centrodestra sulla legalizzazione, la risposta più forte non può che essere la mobilitazione popolare. Per questo nei prossimi giorni, con l'avvio della discussione alla Camera del disegno di legge, insieme a tanti cittadini scenderemo nelle piazze e nei marciapiedi delle nostre città", conclude Crivellini.

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