Salute / Il caso

Tamponi falsi a Pergine e Trento: 92 persone indagate per corruzione

Oltre a Macinati, alla moglie e loro collaboratori, 87 sono i clienti che si erano rivolti ai due centri per avere una falsa certificazione di positività per evitare il vaccino: insegnanti, funzionari pubblici e uomini delle forze dell’ordine. L'indagine dei carabinieri: in due mesi 33.000 tamponi (in media oltre 600 al giorno)

di Leonardo Pontalti

TRENTO. Sono 92 gli indagati, dei quali 87 clienti di Gabrielle Macinati: per loro accuse di corruzione, falso e concorso in accesso abusivo a sistemi informatico, dopo essersi rivolti all'infermiere di Civezzano per ottenere green pass fasulli.

Tra loro anche funzionari pubblici, insegnanti, appartenenti alle forze dell'ordine. La procura della Repubblica di Trento ha chiuso la fase delle indagini preliminari sul quarantaseienne che, assieme alla moglie Debora Angeli e ad altri tre complici - i dipendenti che lavoravano con la coppia - avevano aperto due punti tamponi a Pergine e Trento nord.

Dagli accertamenti condotti dai militari dell'Arma dei carabinieri è emerso che, presso gli ambulatori in questione, nell’arco di due mesi sarebbero stati effettuati ben 33.000 tamponi (una media di circa 600 tamponi al giorno), dato assolutamente abnorme e peraltro non riscontrato nel corso dei servizi di osservazione effettuati in prossimità dei siti.

Ulteriori approfondimenti hanno consentito di appurare che il professionista, avvalendosi della collaborazione di altri 4 coindagati, aveva allestito un vero e proprio “tamponificio” al quale in molti sarebbero ricorsi, al fine di ottenere referti di favore.

Nello specifico, chi avesse avuto bisogno di una certificazione verde valevole per 48 ore, richiedeva un esito negativo, chi invece, volendo evitare la vaccinazione senza rinunciare alle libertà consentite dal cd. green pass rafforzato, richiedeva una attestazione di positività, al fine di conseguire l’agognato certificato al termine del periodo di isolamento prescritto.

Nel corso delle investigazioni sono stati chiusi i 2 centri dove venivano effettuati i tamponi, sequestrati 120.000 euro provento dell’attività illecita e sottoposti a sequestro 100 green pass falsi.

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