Emergenza / Il caso

Ore 1, il grande blocco sul ponte al Marinaio, e la gente invade la ferrovia: il deflusso dura ore e ore, ecco l’inferno della rotatoria - Videocronaca

Alle 2 la Centrale Operativa annuncia che «il deflusso è concluso». Ma i fan hanno bivaccato sull’aiuola fino alle 6: «è stata sfiorata una tragedia, è andata bene solo perché il popolo di Vasco è tranquillo»

di Gigi Zoppello

TRENTO. Se l’afflusso al grande concerto di Vasco è stato tranquillo e regolare, grazie alla saggia decisione di aprire i cancelli prestissimo (alle 8,30) e lasciarli aperti senza transennamenti per tutto il giorno, il deflusso si è trasformato in incubo per molti spettatori.

Lo aveva detto il sindaco Ianeselli un mese fa: «Più che la folla, ci preoccupa il deflusso». Ed infatti… dobbiamo dire che grazie al cielo non ci sono stati feriti. Ma possiamo registrare gente che ha bivaccato alla rotatoria del McDonalds fino alle 6 (quando hanno ripreso le corse degli autobus urbani), gente che ha scardinato le recinzioni per buttarsi sui binari della linea del Brennero (circolazione ferroviaria interrotta, e conseguente affollamento di 2 mila persone in piazza Dante, in attesa di un convoglio).

L’uscita dalla grande area è iniziata ancor prima della fine del concerto: mentre Vasco sul palco intonava «Siamo solo noi», alle 23,45, i primi spettatori si avviavano verso la città. Poco dopo, uno spettacolo che Trento non aveva mai visto: a mezzanotte in punto Vasco intona «Albachiara», da sempre il suo pezzo di chiusura, e parte la marea. 120 mila persone (ma le stime ora parlano di 108 mila) si mettono in moto tutte insieme: escono sia su via San Vincenzo, che su Via dei Viticoltori (dietro la Cantina Sociale). Ma inevitabilmente tutti devono passare dalla rotatoria del McDonalds, il vero «collo di bottiglia».

Si spegne l'ultima nota sul palco di Vasco, inizia il deflusso: ecco come è andata stanotte

Alla fine non ci sono stati incidenti, ma il deflusso dei 120 mila spettatori della Trentino Music Arena, al termine del concerto di Vasco, ha avuto anche dei momenti critici e non è mancato il nervosismo tra le persone bloccate in strada nel cuore della notte. Eccone la cronaca sul campo.

Fa impressione vedere una massa compatta che avanza camminando, come un fiume, per oltre un’ora. Ma dietro l’angolo c’ un altro «collo di bottiglia»: la maggior parte imbocca il ponte verso il Marinaio per prendere la tangenziale (riservata ai pedoni). Ma la corsia di immissione verso nord è stretta, e in quella piccola curva si incaglia il flusso.

Risultato: poco dopo le 1 di notte il cavalcavia fra Mac Donalds e Marinario si blocca. Sopra ci sono 5 mila persone ferme, mentre altre migliaia e migliaia continuano ad arrivare da dietro. In tanti, nelle retrovie, scelgono di andare su viale Verona ed anche prendere la stradina in salita verso il Casteller e Madonna Bianca. 

Poi accade quello che non doveva succedere: qualche centinaio di fans, spazientiti per l’attesa, che viene dopo ore e ore di sole, caldo, canti e balli, sfonda le reti: da una parte ci sono quelli che risalgono la scarpata per aggiungersi al flusso del ponte, avendo fatto il giro nei campi lungo la roggia dietro la Cantina Sociale. Dall’altra, quelli che sfondano le protezioni e si buttano verso il buio per attraversare i binari.

Scatta l’allarme: la Polizia Ferroviaria dà ordine di fermare i treni, è un momento concitato di pericolo. In piazza Dante, intanto, dove sono arrivate alcune migliaia di fans per prendere i treni di ritorno a casa, alcuni operatori di Trenitalia sono costretti a risalire una lunga colonna di gente (dalla stazione al palazzo della Regione) spiegando quello che sta succedendo: i treni sono fermi.

Si salva solo chi va verso Bassano, sulla Valsugana: la linea non passa da Trento Sud, e i passeggeri8 vengono fatti defluire a parte. Ma per chi va a Verona (tantissimi) o a Bolzano, è caos. La circolazione riprenderà dopo le 2,30 ma intanto anche qui tanta attesa e fastidio.

Intanto a Trento Sud va in scena un ingorgo colossale: via Degasperi è invasa dalla gente che risale verso la città, ma non è chiusa al traffico. Quindi lunghe colonne di macchine ferme, per culminare nella rotatoria del Mas Desert. Qui si «scontra» il flusso di auto che esce dai parcheggi P9 e P10 (quelli dell’area Not), e quello che arriva da sud. E la pattuglia della Polizia Locale (due giovani e bravissimi agenti) mantiene il sangue freddo, mentre dal marciapiede centinaia di persone in arrivo chiedono informazioni: dove si fa per l’Interporto? Dov’è il parcheggio 14? Come faccio ad andare a Lavis? 

Oltre alla organizzazione generale dei flussi (ripetiamo: è andata bene, non si è fatto male nessuno) molti fan si sono però lamentati della mancanza di informazioni. Alla rotatoria Mac Donalds, vera fornace ardente, c’erano solo alcuni carabinieri, quattro o cinque «Operatori simpatia» (che hanno confessato di non sapere cosa dire, «non siamo di Trento») e basta. E d’altronde, come ci ha detto un agente dislocato in viale Verona, «la situazione è tale che non ci puoi neanche mettere mano»).

La denuncia di un lettore. Mauro Panizza, di Rovereto, ci ha scritto per raccontare la sua esperienza alla «rotatoria maledetta»: «Ho acquistato un biglietto del settore 3, il più lontano e quindi alla fine del concerto sono stato "fra i primi" ad allontanarti. Ho messo le virgolette perchè ero comunque parte di una fiume di persone. Quando poco dopo sono giunto alla rotonda antistante la cantina sociale di Trento mi sono reso conto dell'enorme collo di bottiglia che si era creato sia verso Clarina, ma soprattutto sul cavalcavia verso il Marinaio, dove la maggior parte della gente doveva andare per raggiungere i vari parcheggi e navette predisposti. 

Un canale di gente bloccata fra due transenne e comunque con sotto la ferrovia che impedivano qualunque via di fuga in caso di necessità.

Non me le sono sentito di affrontare tale rischio e con me molte altre persone abbiamo aspettato fra il vigneto della rotonda.

Dopo più di un' ora alle 1.45 ca la situazione era pressochè uguale, contrariamente a quanto affermato da De Col che alle 2.00 annunciava in anticipo da quanto previsto, il deflusso era stato smaltito.

Io alle 2.00 per disperazione ho affrontato comunque il rischio di passare il cavalcavia all'interno della fiumana di gente. Da notare che ci ho messo più di mezz’ora per raggiungere il Marinaio dalla rotonda della cantina sociale, dove avevo parcheggiato la moto.

Purtroppo il deflusso non è stato in alcun modo gestito, si doveva fare accedere alle vie di uscita regimando l'afflusso della gente e tenere le persone nel frattempo nell'area di concerto, ampia e senza pericoli.

Da notare che, contrariamente a quanto successo durante il concerto dove vi erano presidi sanitari e della protezione civile, dove avveniva il deflusso non ho visto nessuno del personale che tanto si era prodigato precedentemente.

Non capisco perchè non si sia usata la direzione sud per creare vie di fuga e predisporre li dei parcheggi per così suddividere le persone. A mio avviso è andata bene solo per la grande civiltà dei fan di Vasco e per una grande, grandissima fortuna».

Come abbiamo sentito nelle nostre interviste, in molti sono rimasti in zona fino all’alba. In tanti hanno fatto lunghi giri a piedi per aggirare il blocco. E nel frattempo, con il ponte bloccato e migliaia di persone pigiate come sardine. un comunicato stampa della Centrale Operativa dichiarava ottimista: «Il deflusso avviene lentamente ma con regolarità». Mentre centinaia di fans sfiniti, buttati sull’aiuola al centro della rotatoria, ci incalzano: «scrivete cosa succede, che non venga fuori che domani dicono che è andato tutto bene!».

E il sindaco Ianeselli, che ha seguito la serata alla Centrale operativa, prima pubblica un post in cui dice che va tutto bene, poi corregge all’alba: «Arrivato a casa ora, dopo un lungo giro nella Trento della Notte Bianca. Ho raccolto tanto entusiasmo ma anche molte lamentele, dall'imbuto di via dei Viticoltori ai problemi con il parcheggio P9. Ora faremo tutti assieme il punto, con le dovute valutazioni su ciò che è funzionato e su cosa non è andato bene».

FOTO e VIDEO DANIELE PANATO

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