Ambiente / L'allarme

Si aggrava l'emergenza: rifiutati i rifiuti trentini, deserte due delle tre gare per esportare e incenerire fuori provincia

Solo il secondo lotto è stato assegnato, all'unico concorrente: la bergamasca Rea Dalmine spa. Ora si faranno altri tentativi con le imprese, ma il rischio è di dover depositare temporaneamente l'immondizia a Ischia Podetti

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EXPORT Il progetto trentino per spostare i rifiuti in attesa di una soluzione
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TRENTO. Si aggrava l'emergenza rifiuti in cui si ritrova da qualche mese il Trentino. Due dei tre lotti in cui è stata suddivisa la gara d'appalto per accogliere il rifiuto secco e bruciarlo in termovalorizzatori fuori provincia non hanno ricevuto offerte. Solo il secondo lotto è stato assegnato, all'unico concorrente, la bergamasca Rea Dalmine spa.

Il bando di gara per esportare 40.000 tonnellate di rifiuti nel giro di due anni si era reso necessario a causa dell'esaurimento e della chiusura della discarica di Ischia Podetti.

Per tamponare la situazione di emergenza la Provincia aveva fatto riaprire provvisoriamente le discariche di Imer e Monclassico e aveva contrattato con Bolzano l'aumento dei rifiuti accolti dal loro inceneritore portandoli a 13.000 tonnellate per quest'anno e a 15.000 il prossimo.

Ma la prospettiva di riaprire Ischia Podetti, con un ultimo catino da 230.000 tonnellate, solo tra qualche mese e di dover chiudere definitivamente Imer a fine giugno e Monclassico a fine ottobre, come promesso alle comunità locali, aveva reso necessario anche l'export immediato e l'incenerimento fuori regione di una quota rilevante di immondizia.

La scelta di dividere in tre lotti le 20.000 tonnellate da esportare entro l'anno era stata presa nella consapevolezza che i termovalorizzatori in funzione nel nord Italia già lavorano a pieno ritmo e non è facile trovare consistenti disponibilità residue.

L'escamotage ha però funzionato solo parzialmente perché il primo lotto da 5.000 tonnellate, con opzione per altre 5.000 l'anno prossimo, non è stato preso in considerazione e neanche il terzo lotto, il più consistente con le sue 10.000 tonnellate (più altre 10.000 nel 2023).

Aggiudicato solo il lotto da 5.000 tonnellate (con opzione per altre 5.000) alla Rea Dalmine, che per smaltire i rifiuti trentini riceverà 3.123.750 euro avendo presentato un ribasso dello 0,833% rispetto alla base di gara con un prezzo a tonnellata di 178,50 euro.

Una spesa a cui per la Provincia si aggiungeranno le spese di trasporto. Nell'impianto di Dalmine già oggi si smaltiscono i rifiuti del Basso Sarca grazie all'unica gara bandita nei mesi scorsi, per altre 5.000 tonnellate.

Con due dei tre lotti andati deserti ora restano 15.000 tonnellate di rifiuto da piazzare, che rispetto alle 60.000 prodotte in provincia in un anno rappresentano un quarto della produzione complessiva. E adesso dove si metteranno quei rifiuti?

«Le gare ci davano un margine di sicurezza qualora alla chiusura di Imer e Monclassico non sia ancora pronta per la riapertura Ischia Podetti - spiega Fabio Berlanda, direttore dell'Agenzia per la depurazione. - Adesso faremo comunque un tentativo, previsto dalla legge, contattando aziende potenzialmente interessate per offrire loro lo smaltimento a trattativa diretta. Se anche questo tentativo non andrà bene dovremo fare a Ischia Podetti delle platee dove depositare temporaneamente l'immondizia, per un periodo limitato, in attesa di essere poi dirottata in impianti o discarica».

Le platee provvisorie erano già previste come modalità di emergenza e per quanto non siano una soluzione auspicabile rappresentano l'extrema ratio.

Nel frattempo anche il progetto per la realizzazione dell'ultimo spazio disponibile a Ischia Podetti è stato spaccato in due lotti in modo da accelerare l'apertura almeno della prima parte.

«Comunque questa situazione - chiosa l'assessore provinciale all'ambiente Mario Tonina - rende ancora più chiara la necessità di chiudere il ciclo dei rifiuti in provincia realizzando un impianto tecnologicamente all'avanguardia, tipo gassificatore, che dia tutte le sicurezze del caso».

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