Giustizia / La storia

Due pensionate di Trento malmenate dai vicini di casa, poi denunciati per prostituzione

Due anziane, insospettite dai continui viavai notturni, si erano improvvisate 007 e si appuntavano le targhe dei clienti. Una di loro fu ammonita per stalking, ma poi si stabilì che gli incontri a pagamento c’erano e ora sono state risarcite per i danni subiti

TRENTO. Per mesi avevano monitorato i movimenti di una giovane coppia di "esuberanti" vicini di casa (lui 45 anni, lei 30 anni). Due arzille vecchiette, che abitano nella stessa palazzina in città, erano convinte che il viavai notturno, soprattutto di uomini, non fosse dovuto solo ad una intensa vita sociale da parte dei vicini. Per questo, con piglio da 007, prendevano nota di chi entrava e di chi usciva dall'appartamento e delle relative targhe delle auto dei visitatori notturni.

Per questa attività "investigativa" una delle due donne, settantenne, si era buscata anche un ammonimento da parte del Questore di Trento che invitava la donna ad astenersi da comportamenti persecutori. Solo in seguito - quando i carabinieri perquisirono l'appartamento preso in affitto e la vicenda finì sulle pagine dei quotidiani locali - si scoprì che l'anziana vicina di casa quando protestava era forse insistente, ma aveva validi motivi per lamentarsi.

L'abitazione, a Trento città, infatti sarebbe stata utilizzata dall'inquilino (senza che la proprietaria lo sapesse) per attività legate alla prostituzione. E così le parti si invertirono: l'ammonimento del questore venne ritirato, mentre le due anziane residenti, difese dall'avvocato Paolo Dal Rì, querelarono la coppia di vicini di casa. Questi - sostenevano le due donne - in un paio di occasioni avrebbero reagito con violenza alle lamentele delle due signore che criticavano l'altro inquilino e la sua giovane amica non solo per il viavai notturno di "ospiti", ma anche per il mancato rispetto degli oneri condominiali relativi al mantenimento degli spazi comuni.

I tutto - sostenevano le due querelanti - era accompagnato da un atteggiamento di continua aggressività rispetto alle legittime richieste di adempimento da parte degli altri condomini. «Non hai altro da fare che rompere i c. vecchia s...» pare fosse una delle frasi offensive rivolte all'anziana vicina di casa. In quell'occasione, era il 26 marzo 2018, le due querelanti sarebbero state anche malmenate. La colluttazione, condita da sputi, si concluse solo con l'arrivo della polizia e con l'accesso al Pronto soccorso da parte delle due donne, ora parti lese. Il giorno dopo ci sarebbe stata una seconda colluttazione con le due anziane "007 condominiali": una donna sarebbe stata colpita a calci e pugni mentre l'altra sarebbe stata addirittura buttata giù delle scale.

Oltre a ferite e contusioni (una delle parti lese lamenta un'invalidità del 4% ed ebbe una prognosi di 27 giorni) le due querelanti si trovarono all'improvviso a vivere in una situazione di costante ansia, temendo di incontrare sul giroscale la giovane, e manesca, coppia.Le successive indagini stabilirono che le due pensionate avevano ragione. Nell'appartamento preso in affitto dall'uomo e dalla sua giovane amica, come si precisa anche nella querela per lesioni, era stato avviato un giro di incontri a pagamento, come avevano scoperto per prime le due anziani residenti nella stessa palazzina. E così, chiuso quel procedimento penale, alla coppia è arrivata anche la condanna per aver malmenato le due anziane residenti: è stata inflitta la pena di 10 mesi sia all'uomo che alla sua giovane amica entrambi imputati per lesioni volontarie.

Il danno - ha stabilito il giudice - sarà quantificato attraverso un separato giudizio civile. Intanto i due imputati devono versare alle due querelanti rispettivamente 2.000 e 5.000 euro a titolo di provvisionale. Anzi, il giudice ha condizionato il beneficio della sospensione condizionale della pena al pagamento di queste somme entro 6 mesi.

comments powered by Disqus