Guerra / Il caso

La scuola trentina si prepara: i piccoli ucraini in classe, ma servono «mediatori linguistici» volontari per aiutare

In atto una prima ricognizione degli istituti, per offrire uno scampolo di normalità: «Li stiamo proprio cercando, ma ci serve l’aiuto di chi sa la loro lingua»

di Patrizia Todesco

TRENTO. La scuola trentina si sta preparando ad accogliere nelle aule gli studenti ucraini fuggiti dalla guerra. Bambini e ragazzi che da un giorno all'altro hanno lasciato tutto ed ora, anche in alloggi momentanei e in attesa di sapere quale sarà il loro futuro, hanno bisogno di scampoli di normalità. Normalità che per loro vuol dire anche scuola, lezioni, compagni.

Il ministero dell'Istruzione ha inviato il 4 marzo una nota con le prime indicazioni e le prime risorse previste per garantire il diritto allo studio e il supporto psicologico a bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Il Dipartimento istruzione della Provincia di Trento, inoltre, mercoledì mattina ha inviato una mail per effettuare una ricognizione tra tutti gli istituti, dalle primarie alle superiori, per capire quanti istituti sono stati contattati dalle famiglie ucraine e per individuare bisogni delle scuole.

Bisogni che al momento si traducono soprattutto in mediatori linguistici che aiutino a superare la barriera della lingua.

Per la dirigente dell'istituto Trento 3 Lina Broch, è importante un confronto tra le scuole della città per portare avanti una metodologia comune. «Noi al momento abbiamo ricevuto quattro richieste, due per la primaria e due per le scuole medie. Sono venute da noi zie e nonne di bambini giunti a Trento nei giorni scorsi e hanno manifestato la volontà di inserire i loro nipoti nelle nostre scuole. La cosa che ci ha sorpresi è che nessuno sapeva fino a quando. Si tratta quindi un'accoglienza diversa dal solito, dove anche il progetto deve essere pensato diversamente».

Mediatori ucraini a disposizione delle scuole al momento sembra ce ne sia uno. Difficile che riesca da solo a rispondere alle esigenze di tutti. «I bambini ucraini che già frequentano le nostre classi possono essere una risorsa, ma dobbiamo stare attenti a investire su di loro perché anche questi piccoli potrebbero essere in difficoltà, avere parenti lì, sotto le bombe, o che stanno scappando. Si tratta di scelte delicate e di situazioni nuove che vanno valutate attentamente. In generale tutti sono impauriti dalle notizie che sentono in casa, in tv ».

Una delle idee è creare un luogo dove, prima di essere inseriti nelle classi, i bambini possano avere dei momenti di rielaborazione di quanto è accaduto e questo nella loro lingua.

«Bisogna pensare che una settimana fa erano nelle loro classi, nelle loro case e ora sono qui», dice la dirigente consapevole dell'enorme shock vissuto da questi minori.Anche la dirigente dell'Istituto comprensivo Aldeno - Mattarello Chiara Pasquini, da giorni è al lavoro insieme ad un gruppo di docenti per prepararsi all'arrivo di giovani ucraini. «Noi non li stiamo aspettando, li stiamo proprio cercando - dice la dirigente - Il nostro istituto è sede di "Docenti senza frontiere", abbiamo attivato una raccolta di indumenti e mascherine e siamo in contatto con le diverse associazioni ucraine. Ci aspettiamo l'arrivo di numerosi ragazzi delle famiglie dell'azienda Wildix di Mattarello che sta trasferendo in Trentino i suoi dipendenti che stavano lavorando in Ucraina. Due bambini di 8 e 9 anni si sono già iscritti e stiamo organizzando il loro inserimento. Altri due si sono presentati nelle scorse ore. Si tratta di una famiglia con un bambino di 7 anni e una di 14 e stiamo costruendo per lei un percorso verso le superiori. I numeri sono comunque in aumento e in continuo cambiamento. Stiamo cercando volontari perché i mediatori linguistici sono pochi. Noi da parte nostra stiamo realizzando del materiale in ucraino/italiano perché è impensabile inserire questi ragazzi nelle classi senza nessun supporto».

La dirigente spiega una delle mamme che ha i bambini da inserire si sarebbe offerta di aiutare nell'inserimento, mediando tra insegnanti e bambini, ma è evidente che serva una figura professionale che coordini anche tutti i docenti. Due iscrizioni sono infine arrivate anche all'istituto Trento 1 di Povo. Un bambino dovrebbe iniziare nei prossimi giorni la primaria e uno le medie. Numeri destinati comunque a crescere rapidamente.

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