Cronaca / Il caso

Polemiche roventi dopo le manganellate agli studenti ai cortei contro l'alternanza scuola-lavoro

Il Pd condanna i fatti di Roma e altre grandi città e chiede spiegazioni al ministero dell'interno, le organizzazioni studentesche annunciano nuove mobilitazioni per la riforma della scuola e la cancellazione degli stage gratuiti: le manifestazioni nel nome di Lorenzo Parelli, il diciottenne morto in un incidente in fabbrica nell'ultimo giorno di tirocinio

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ROMA. È polemica dopo le manifestazioni studentesche contro l'alternanza scuola-lavoro, considerata da molti una forma di sfruttamento dei giovani tramite stage gratuiti: a innescare la protesta la morte del dicottenne Lorenzo Parelli nell'ultimo giorno di tirocinio, in una fabbrica della provincia di Udine.

"Siamo scesi in piazza nel silenzio della politica" dopo la morte "inaccettabile" di Lorenzo Parelli, mentre stava facendo uno stage e "ci hanno caricato ovunque, a Milano, a Roma, a Napoli, a Torino... Capite perché siamo incazzati?": su Instagram il coordinamento dei collettivi studenteschi di Milano spiega la sua rabbia e fissa l'appuntamento agli studenti per un'assemblea dei collettivi di Milano e provincia per oggi, 2 febbraio alle 15.30 al centro sociale Cantiere.

"Una settimana fa - hanno scritto in un post - un nostro coetaneo, un* studente come noi, è andato a scuola e non è più tornato. O meglio, doveva andare a scuola ma è morto sul lavoro. Che cosa ci faceva uno studente al lavoro se doveva essere a scuola? Chiedetelo a Renzi e a tutti gli autori e le autrici della buona scuola, a chi ha drasticamente tagliato i fondi all'istruzione, ha ultraprecarizzato gli insegnanti e tutto il personale scolastico, dequalificato i programmi, trasformato i presidi in manager e le scuole in aziende. E così Lorenzo è finito a lavorare (gratis!), come tutt* quanti noi. Solo che lui ci è morto".

"Siamo scesi in piazza, nel silenzio della politica di fronte a un fatto così grave. Diciamo che siamo tutt* Lorenzo e che la scuola va cambiata, a partire dal fermare l'alternanza scuola lavoro. E per tutta risposta ci hanno caricato, ovunque, a Milano a Roma a Napoli a Torino...".

Non si arresta, dunque, la protesta degli studenti delle città italiane. Nel mirino non solo i Pcto (percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento), ma in generale una "deriva" cui sarebbe stata lasciata la scuola negli ultimi decenni.

Manifestazioni che a Torino, Roma e Milano hanno segnato tensioni in alcuni casi con scontri e cariche delle forze dell'ordine.

Ieri il segretario Pd Enrico Letta ha condannato l'accaduto: "Sulla questione di ordine pubblico chiediamo che siano date risposte, questa è una vicenda abbastanza grave, abbiamo già chiesto e lo richiederemo", ha dichiarato.

A condannare "le manganellate" agli studenti e a chiedere spiegazione sui fatti accaduti, anche il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni: "Lo Stato la smetta di manganellare gli studenti", ha affermato Fratoianni.

"Domani depositeremo un'interrogazione parlamentare al governo, cosi' magari la titolare del Viminale si ricordera' di dover dare spiegazioni e scuse a tanti studenti, alle loro famiglie e piu' in generale ai cittadini", ha aggiunto il segretario di Si.

Gli studenti intanto preannunciano nuovi cortei: "Quello che è successo e' gravissimo - dicono gli studenti torinesi - perché ci hanno proibito di protestare legittimamente per l'omicidio di un nostro coetaneo. Non accetteremo e non rimarremo in silenzio di fronte a tutto questo". Per questo scenderano in piazza ancora venerdi' 4 febbraio. Pronto a manifestare ancora anche il movimneto milanese.

La contestazione studentesca, che viene da una ripresa stagione di occupazioni, insomma non si arresterà molto facilmente e, nell'arco della prossima settimana, si prevedono altre manifestazioni.

I gruppi di Roma proseguiranno nella mobilitazione. E il movimento La Lupa, al quale aderisce lo studente Ismaele Calaciura Errante, ferito negli scontri e che ha già sporto denuncia, ha organizzato un'assemblea nazionale per sabato 5 febbraio a Roma.

Il grido degli studenti quindi non si ferma: "È tempo di Riscatto, per Lorenzo e per tutti noi".

Gli studenti si preparano a scendere di nuovo in piazza anche a Torino, dopo i tafferugli con le forze dell'ordine di venerdì mattina.

L'appuntamento venerdì 4 febbraio, sempre in piazza Albarello, dove l'altro giorno le forze dell'ordine sono intervenute per fermare un corteo non autorizzato.

"Quello che è successo è gravissimo - dicono gli studenti - non solo perché ci proibiscono di protestare legittimamente per l'omicidio di un nostro coetaneo. Non accetteremo e non rimarremo in silenzio di fronte a tutto questo".

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