Pandemia / I giovani

La sofferenza psicologica degli adolescenti: in Trentino stanno peggio i maschi. Il covid, l'isolamento e il rischio di depressione

Una serie di informazioni preziose sulla situazione locale arriva da Generazione Z, con i questionari compilati dagli studenti di 13 scuole provinciali. Studi scientifici italiani e internazionali indicano come una vera emergenza la questione della salute mentale di ragazze e ragazzi sottoposti allo stress di due anni di pandemia: uno su tre spiega che ora fa fatica a prendere sonno, due su tre è convinto che il covid ha segnato l'evoluzione della personalità, il 17% ha pensieri di autolesionismo

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TRENTO. Ci sono importanti "differenze di genere rispetto al modo di vivere e affrontare la pandemia. Le adolescenti sembrano aver avuto generalmente maggiori difficoltà rispetto ai coetanei maschi: sono mediamente più preoccupate, con più elevati livelli di stress, più frequentemente percepiscono dei peggioramenti nelle relazioni sociali e un aumento dei conflitti all'interno della famiglia".

È una delle conclusioni dell'indagine su "Generazione Z", giunta alla sua quinta edizione e presentata alla comunità scolastica trentina.

La ricerca, curata da Sara Alfieri e Adriano Mauro Ellena per Iprase, si iscrive nell'ambito della più ampia indagine nazionale promossa dall'Osservatorio Giovani dell'istituto Toniolo di Milano.

Gli esiti sono frutto dei questionari compilati dagli adolescenti di 13 scuole del Trentino nel periodo compreso tra il 26 marzo e il 1° giugno 2021 e di incontri e focus group dedicati, condotti tra maggio e giugno dello scorso anno.

Le femmine dichiarano inoltre di fare più fatica a concentrarsi nello studio, vedono peggiorata la qualità del proprio tempo libero e sentono maggiormente la mancanza della propria vita pre pandemia.

Sono anche maggiormente in difficoltà con la Dad e percepiscono meno supporto da parte della famiglia nelle attività didattiche. Forse nel tentativo di compensare le relazioni sociali "dirette" - prosegue l'indagine - utilizzano lo smartphone più dei coetanei maschi (che invece hanno aumentato l'utilizzo dei videogiochi).

In generale - conclude l'indagine - gli adolescenti trentini sembrano aver retto maggiormente l'urto della pandemia rispetto ai coetanei delle altre regioni del Nord Italia: sono mediamente meno preoccupati dalla pandemia e dalla paura di essere contagiati, riportano più frequentemente miglioramenti nelle relazioni con gli insegnanti e con i compagni di classe, dichiarano meno frequentemente peggioramenti nella vita quotidiana e percepiscono meno problemi a motivare se stessi allo studio e meno problemi "tecnici" (possibilità di accedere a device, connessione Internet eccetera) con la Dad.

Sulle sofferenze giovani in pandemia preoccupanti gli esiti di un'indagine promossa da Fondazione Soleterre e dall'Unità di Ricerca sul Trauma dell'Università Cattolica di Milano.

A un campione di 150 adolescenti tra i 14 e i 19 anni, lo scorso dicembre è stato chiesto quali fossero sentimenti e pensieri prevalenti legati al lockdown e alla pandemia: il 69,3% afferma che il trauma da pandemia è diventato parte della propria identità; il 34,7% dice di fare fatica ad addormentarsi. 

Il 17,3% degli adolescenti, travolti dalla pandemia, pensa che sarebbe meglio morire o dice di volersi far del male (il 2% quasi ogni giorno e il 15,3% più della metà dei giorni).

Più precisamente, il 40,7% degli adolescenti ha detto di aver difficoltà a dare un senso a ciò che prova; il 34% di non essere in grado di controllare il proprio comportamento quando è turbato; il 50 % si arrabbia con sé stesso quando si sente turbato; il 64% del campione pensa che senza covid, oggi sarebbe una persona diversa; il 69,3% afferma che il trauma da pandemia è diventato parte della propria identità; il 34,7% dice di fare fatica ad addormentarsi; il 12% degli intervistati dichiara di non sentirsi in forma; il 36% afferma di sentirsi triste.

"Credo vi sia, nel nostro Paese - afferma Damiano Rizzi, presidente di Soleterre e psicoterapeuta dell'età evolutiva - un'urgenza che viene prima di tutte le altre: prenderci cura della salute mentale dei bambini e degli adolescenti sviluppando linee guida cliniche per alleviare gli effetti negativi della pandemia Covid-19 attraverso strategie di salute pubblica".

   

"Non possiamo ritenere il dolore psichico un problema legato solo a una specifica fascia d'età, ma - avverte Rizzi - è il problema di un Paese intero: se il 17,3% dei giovani dai 14 ai 19 anni ha pensato 'quasi ogni giorno' e 'più della metà dei giorni' che, in relazione al proprio stato d'animo attuale, sarebbe meglio morire o farsi del male a causa del dolore che la vita provoca, stiamo parlando, in valori assoluti, di oltre 490 mila individui in potenziale pericolo e che necessitano di assistenza psicologica immediata per scongiurare esiti peggiori".

È in corso una crisi mondiale della salute mentale, soprattutto fra giovanissimi, spiega uno studio pubblicato su JAMA Pediatrics: l'incidenza di depressione e ansia fra adolescenti è raddoppiata rispetto a prima della pandemia e un'ampia metanalisi, che ha incluso 29 studi condotti su oltre 80.000 giovani, ha dimostrato che oggi un adolescente su 4, in Italia e nel mondo, ha i sintomi clinici di depressione e uno su 5 segni di un disturbo d'ansia.

Questo diffuso disagio mentale rischia di mettere una seria ipoteca sulla salute futura dei ragazzi.

Lo affermano gli esperti al congresso nazionale della Società italiana di neuropsicofarmacologia.

La probabilità di disturbi mentali è particolarmente alta fra i ragazzi più grandi che più dei bambini, spiegano gli psichiatri, hanno risentito delle restrizioni che non hanno consentito di vivere in serenità e assieme ai coetanei momenti fondamentali della crescita, dalle prime relazioni all'esame di maturità.

Tutto questo è confermato anche da un secondo studio, su 1500 bambini e adolescenti, pubblicato sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry.

Una situazione che potrà purtroppo avere conseguenze negative sul lungo periodo: è stato dimostrato che soffrire di depressione durante l'infanzia e l'adolescenza si associa da adulti a una salute peggiore, mentale e non solo, e a maggiori difficoltà nelle relazioni e nella vita in generale.

Questo è vero soprattutto per chi ha sofferto in maniera persistente di sintomi depressivi: essere costantemente 'sotto tono', specialmente durante l'adolescenza, avvertono gli esperti, ha ripercussioni più negative di un singolo episodio depressivo anche molto precoce, se questo viene poi risolto.

È perciò necessario, è il monito degli specialisti a congresso, "intercettare il disagio mentale nei ragazzi e intervenire, utilizzando gli strumenti più adeguati al singolo caso e tenendo conto delle peculiarità connesse alla giovane età".

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