Pandemia / Le regole

Scuola, quarantene, tracciamento e divieti: ecco che cosa bolle in pentola. Fugatti: dalle autonomie proposte serie

Le Regioni premono sul governo affinché si superi il sistema a zone colorate e chiedono di concentrare il tracciamento solo sui sintomatici e di escludere dal calcolo dei ricoveri covid i pazienti risultati positivi ma in ospedale per altre ragioni. Sulla scuola si propone l'isolamento solo degli studenti positivi sintomatici. Tutte richieste appoggiate dal Trentino, che intanto spiega che il calcolo dei dieci giorni di quarantena per gli studenti decorre dal giorno successivo all'ultima presenza

CAOS Regole di difficile attuazione mentre i contagi dilagano nelle scuole
FAQ Isolamento, quarantena, tamponi: le risposte alle domande frequenti

TRENTO. Si accentua il pressing delle Regioni sul governo affinché semplifichi e renda più gestibili nella realtà quotidiana le regole anti covid.

Mentre l'ondata di contagi non cala (e le vittime quotidiane restano nell'ordine delle 300 ormaida alcuni giorni), lo scenario delle regole pandemiche si fa sempre più caotico, specie, ma non solo, nel mondo della scuola.

Aumentano le classi in quarantena: in Trentino ormai si arriva verso quota 500.

Il dato di ieri sera, infatti, indicava 492 le classi attualmente in quarantena, come ha spiegato l'assessore provinciale all'istruzione Mirko Bisesti.

Fugatti: basta con il sistema dei colori, semplificazione a scuola

Le Regioni premono sul governo affinché si superi il sistema a zone colorate e chiedono di concentrare il tracciamento solo sui sintomatici e di escludere dal calcolo dei ricoveri Covid i pazienti risultati positivi ma in ospedale per altre ragioni.

La Provincia ha inviato ai presidi una circolare che chiarisce i termini dell'ultima ordinanza.

Nello specifico è stato spiegato che il calcolo dei dieci giorni di quarantena per gli studenti decorre dal giorno successivo all'ultima presenza e non dal giorno della comunicazione.

Per quanto riguarda il personale scolastico, Roberto Ceccato, dirigente generale del Dipartimento istruzione e cultura della Provincia, ha spiegato che sono circa 600 gli insegnanti assenti in questo momento: 200 (il 3-4% dell'intero corpo insegnante trentino) sono sospesi perché non vaccinati, mentre gli altri sono a casa perché positivi o in quarantena.

Il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, reduce dall'incontro con i governatori a Roma, ha detto che auspica che la didattica a distanza in futuro sia applicata solamente agli studenti effettivamente contagiati e non a tutti.

Intanto si profilano alcune traiettorie di revisione delle linee di fondo a livello nazionale, di fronte a oltre un milione di nuovi casi a settimana, con quasi 2,7 milioni di attualmente positivi nei dati ufficiali (e le stime suggeriscono di raddoppiare questa cifra per ottenere un dato realistico).

La stragrande maggioranza di queste persone contagiate è asintomatica, da qui la richiesta delle Regioni affinché il tracciamento (con le relative quarantene) si concentri sui casi che invece presentano sintomi.

Ieri, 25 gennaio, nel corso dell'incontro tra i presidenti delle Regioni e delle Province autonome, tenutosi a Roma, Fugatti ha ribadito il proprio sostegno alle richieste delle autonomie locali emerse nei giorni scorsi, tra cui il superamento del sistema delle colorazioni delle zone e la semplificazione delle regole per le scuole.

È stata inoltre evidenziata - informa una nota - la necessità di una soluzione al tema del mancato riconoscimento del green pass per i turisti stranieri.

Come noto, la Ue ha riaffermato la validità del certificato per 9 mesi, mentre l'Italia ha deciso di portarlo a sei mesi (dal 1° febbraio), ora però il governo dovrebbe individuare una soluzione: una ipotesi è di allungare la durata a nove mesi per i soli vaccinati con ciclo completo.

Altro fronte è la contestatissima regola del tampone per gli arrivi in Italia anche per i vaccinati provenienti da altri Paesi Ue: il decreto in questione, molto criticato dal mondo turistico ma anche da partner europei come la Francia, prevede che la norma decata dal 1° febbraio.

"Nell'incontro è emersa la richiesta di tutte le Regioni al governo nazionale di rivedere il sistema delle colorazioni che, a fronte dell'evoluzione della pandemia che ha caratteristiche diverse, rischia di non essere più compresa né sotto il profilo scientifico né dalla popolazione", ha sottolineato Fugatti.

"L'altra richiesta di tutte le Regioni al Governo - ha aggiunto - è di una semplificazione delle regole Covid per la gestione delle scuole: nonostante in Trentino siano state fatte modifiche al protocollo nazionale per renderlo più semplice, le problematiche sono tante e le famiglie non le comprendono".

Sulla questione dei turisti stranieri, Fugatti ha riferito della garanzia del governo alle Regioni per "un intervento a breve per risolvere la problematica".

Le autonomie, in sostanza, chiedono al governo di superare il sistema delle zone a colori, di concentrare il tracciamento solo sui sintomatici e di escludere dai ricoveri covid i pazienti positivi in ospedale per altre patologie e qui risultati positivi senza sintomi covid.

Sulla scuola si propone l'isolamento solo degli studenti positivi sintomatici.

Intanto, L'Unione europea si prepara ad abbandonare la mappa del contagio, sino ad oggi stella polare per definire le aree più colpite dal coronavirus e dunque sottoposte a maggiori restrizioni di viaggio, in favore di un approccio "individuale".

Ovvero conterà lo status personale del cittadino - con vaccinazione completa, guarito dal Covid oppure dotato di tampone - e non l'area di provenienza.

Una semplificazione notevole che va nella direzione sempre auspicata dalla Commissione, l'approccio "comune e coordinato", cercando di limitare una ridda di norme nazionali che rendano la vita impossibile ai viaggiatori - che pure godono del diritto di libero movimento all'interno dei confini Ue, uno dei pilastri su cui si basa il sogno europeo.

La quadra sarebbe stata trovata dai 27 ambasciatori presso l'Ue con una bozza, anticipata da El Pais, che approderà al consiglio affari generali di martedì prossimo.

In linea di principio, dunque, secondo la raccomandazione proposta, le persone con vaccinazione completa, guarite dalla malattia o in possesso di un test al covid negativo, non potranno essere costrette a nuovi test o quarantene, indipendentemente dalla situazione epidemiologica del loro Paese (o area) di origine.

Si tratta di una indicazione che, se accolta da tutti i Paesi, supererebbe dopo quasi due anni uno scenario dominato dal "sovranismo sanitario", con ogni Stato Ue che ha fatto come gli pareva, pur fronteggiando un unico virus o le medesime varianti, di qua e di là delle frontiere.

La mappa d'incidenza cumulativa dei casi bisettimanali, preparata dal Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc), e che finora determinava le regole di movimento in ogni regione, continuerà ad essere aggiornata settimanalmente, ma avrà un carattere "puramente informativo".

La nuova raccomandazione conferma anche che la validità del green pass ottenuto grazie al ciclo vaccinale resta di "nove mesi", così come già stabilito dalla Commissione.

Restano immutati anche i 180 giorni di libera uscita garantiti dal certificato di guarigione. Cambiamenti in vista, invece, per quanto riguarda i tamponi: il risultato dei molecolari PCR resterà valido per 72 ore ma quello dei test antigenici sarà dimezzato, da 48 ore a sole 24 ore. Ed è un altro effetto della variante Omicron, dato che ormai pare consolidata la minore efficacia dei test rapidi a individuare il virus.

L'ombrello-Ue cerca insomma di recuperare centralità, dopo che l'approccio condiviso stabilito in estate col green pass è entrato in affanno già a ottobre, con il sorgere all'orizzonte dell'ultima - contagiosissima - variante Omicron.

Ormai peraltro divenuta "prevalente" nell'Ue. Ecco allora il proliferare di misure aggiuntive decretate dagli stati membri e l'Italia in questo, si è distinta per un approccio tra i più severi.

La Commissione, ancora lo scorso venerdì, ha ribadito però di non avere frecce a disposizione nella faretra poiché, com'è noto, la sanità "è competenza" dei governi nazionali.

Se la raccomandazione sarà approvata a livello europeo, spetterà infatti alle 27 capitali decidere se seguirla o meno.

"La frammentazione e i messaggi discrepanti aumentano l'incertezza, indeboliscono la fiducia nella vaccinazione e riducono il senso di accettazione delle misure di sanità pubblica e delle raccomandazioni che noi facciamo ai cittadini", era stato l'avvertimento della commissaria Ue Stella Kyriakides alla riunione straordinaria dei ministri della Sanità Ue convocato dalla presidenza francese proprio per cercare di individuare un percorso condiviso.

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