Politica / Quirinale

Vittorio Sgarbi: “Un’alternativa al nome di Berlusconi per il Colle? Lo deve indicare il Cavaliere”

Il presidente del Mart e deputato eletto nella lista di Forza Italia e ora nel gruppo misto, ha provato fino alla fine a sostenere la candidatura del fondatore di Forza Italia

di Luisa Maria Patruno

Vittorio Sgarbi si è dato tempo fino all’ultimo, ovvero alla vigilia della quarta votazione - quella in cui basta la maggioranza semplice - per trovare i voti sufficienti a garantire a Silvio Berlusconi di potersi giocare l’elezione a presidente della Repubblica, con discreto margine di successo, al netto degli agguati dei franchi tiratori.
Non sono motivazioni politiche, ma psicologiche, quelle su cui punta il presidente del Mart e deputato eletto nella lista di Forza Italia e ora nel gruppo misto, per convincere la pletora di parlamentari “senza casa”, ovvero i numerosi fuoriusciti, che non hanno partito né referenti (circa 150), a votare per Berlusconi, allargando così il fronte del centrodestra su cui sulla carta il Cavaliere può contare. Per questo ha fatto sapere che sta telefonando a tutti.
Onorevole Sgarbi, abbiamo trovato il telefono libero: un momento di pausa?
Eh no, siete stati fortunati. Ho appena concluso una telefonata.
Come sta andando la sua campagna di reclutamento di “grandi elettori” per Berlusconi?
Al momento abbiamo 15 voti, è un numero interessante, ma dobbiamo andare avanti, perché il voto deve essere confermato. Dopo le telefonate che abbiamo fatto insieme è infatti necessario che ora Berlusconi incontri queste “anime perse”, che si sono rese disponibili e che sono tutte senza riferimenti politici.
Quanti ne ha chiamati fino ad ora?
Ne ho sentiti 50. Ma è fondamentale la fase della presentazione, perché Silvio Berlusconi è l’unico deputato che gli altri onorevoli non conoscono. È dal 2013 che non lo vede nessuno e i deputati della nuova generazione non lo hanno mai visto. Non l’avranno conosciuto personalmente, ma un’idea su chi sia Silvio Berlusconi e cosa abbia fatto in politica e fuori, ce l’avranno pure.
Non si può dire che sia un personaggio poco conosciuto, non pensa?
Si, ma è fondamentale la conoscenza personale, perché tutto i presidenti della Repubblica, da Cossiga a Scalfaro, erano conosciuti dai “grandi elettori”.
Lei che tattica sta usando per convincere le “anime perse” a incontrare il Cavaliere?
Nessuna tattica. Il fatto è che una persona anche se politicamente lontana da Silvio Berlusconi lo considera una personalità ed è lusingato dal fatto di poter parlare con lui e di incontrarlo. È un voto, se dovesse avvenire, psicologico più che politico.
Quindi questi deputati potrebbero offrire il loro voto solo perché lusingati dall’essere stati presi in considerazione da Berlusconi?
Esattamente. Hanno l’occasione di incontrare una personalità, un pezzo di storia. Non è forse anche perché sperano di ottenere qualcosa in cambio da lui? Questo è il pensiero che possono fare, ma non è venuto mai fuori. Ci potrebbe essere però un accordo politico, perché 30 deputati ex 5 Stelle che fanno una lista “7 Stelle” che si allea con il centrodestra possono avere qualche speranza di essere eletti, altrimenti da soli sono completamente morti.
Quanto tempo si è dato per trovare i voti? Berlusconi attenderà di essere sicuro prima di sciogliere la riserva sulla sua candidatura?

Ci prendiamo tutto il tempo che abbiamo. Berlusconi scioglierà la riserva fra la terza e la quarta votazione, non prima. Lui fa una valutazione più umana che politica perché dice: “chi c’è meglio di me con tutto quello che ho fatto?”. È però un personaggio che divide non che unisce.
Lei pensa che sia la candidatura migliore?
No, non sono affatto convinto, ma è dovere degli alleati, con lui, tentare questa strada, se poi vediamo che non si riesce, non si va avanti.
Su quanti voti in più, oltre a quelli del centrodestra, deve contare per poter stare tranquillo?
Almeno 70.
Se non li trovate, qual è il piano B?
Non lo so. Lo deve dire Berlusconi. Io gli avevo suggerito di dire agli alleati di proporre subito il nome di Draghi e imporre così al Pd di seguirli. Ma alla riunione del centrodestra questo non è successo e io non c’ero.
Ha già telefonato anche a qualche parlamentare trentino?
Non ancora. Ma c’è qualcuno nel gruppo misto che andrà sentito.

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