Sanità / L'allarme

Negli ospedali trentini mancano pediatri: su un organico di 33 posti, 12 sono vuoti

L'Azienda sanitaria corre ai ripari con un concorso per assunzioni a tempo indeterminato e con un bando di mobilità volontaria. Dallo scorso 13 gennaio è sospesa l'attività dei punti nascita di Cavalese e Cles, a causa delle riorganizzazioni per l'emergenza covid

BOLLETTINO Covid in Trentino, due decessi e oltre 2 mila 700 positivi, aumentano i ricoveri
GUARDIE MEDICHE Mancano 92 dottori, sofferenza ovunque, l’Azienda Sanitaria apre un nuovo bando
FORMAZIONE Nuovo corso di laurea breve a Trento: assistenza sanitaria, per addetti alla prevenzione

TRENTO. Negli ospedali mancano i pediatri, soprattutto in periferia, ma anche a Trento i problemi non sono pochi.

A Cles ne mancano 5, a Cavalese 2 e a questi numeri vanno aggiunte 6 assenze per aspettativa di varia natura. In particolare queste assenze sono 4 a Trento, una a Cles e una a Cavalese, di cui una soltanto coperta presso la sede di Trento.

Su 33 professionisti previsti in organico in pratica al momento ne mancano 12, un terzo.

Vista la pressione che nelle ultime settimane il Covid sta facendo registrare anche tra i più piccoli e i contagi anche tra il personale, con livelli di organico troppo bassi la copertura dei turni rischia di non essere possibile.

Per questo l'Azienda sanitaria ha indetto un concorso per esami per assunzioni a tempo indeterminato e contestualmente ha emesso un bando di mobilità volontaria nello stesso profilo professionale per il passaggio diretto da altre amministrazioni.

Al momento è attiva una graduatoria, approvata con determinazione del 2 ottobre 2020, nella quale è presente ancora una sola candidata specializzanda che ha optato unicamente per le sedi di Trento e Rovereto e che terminerà il percorso di specializzazione alla fine dell'anno 2022.

Purtroppo come accade per molte specializzazioni, anche i pediatri sono da tempo merce rara e trovarli disponibili a lavorare negli ospedali di valle risulta ancora più difficile.

Dal 13 gennaio l'attività dei punti nascita degli ospedali di Cavalese e Cles è chiusa per far fronte all'aumento di contagi e ricoveri che hanno reso necessario il recupero di risorse anche umane da questi reparti.

Alla riapertura, però, avere una dotazione organica sufficiente è requisito necessario per mantenere aperti i reparti considerato che la presenza di un pediatra è ritenuto fondamentale.

Naturalmente in ospedali i pediatri non sono fondamentali solo per i punti nascita ma, soprattutto nelle valli, anche per gestire in loco situazioni che altrimenti necessiterebbero di trasferimenti a Trento.

Nel capoluogo, invece, sono i carichi di lavoro e i tanti servizi coperti dai pediatri a rendere opportuno l'aumento di organico per garantire a tutti turni di riposo e ferie.

comments powered by Disqus