Locali / Il caso

L'anno nero di eventi e spettacoli, fra rabbia e rassegnazione: «Non veniamo considerati un settore economico»

Discoteche, pub e concerti senza musica né animazione, parlano i gestori ed i dj trentini: «Di ristori nemmeno l’ombra e le nuove norme ci mettono in ginocchio»

di Leonardo Pontalti

TRENTO. Rassegnati, delusi, arrabbiati. Al tira e molla tra aperture e chiusure, i titolari di locali e addetti in generale del comparto del divertimento da ormai quasi un paio d'anni ci hanno fatto loro malgrado il callo.

Ma gli ultimi provvedimenti, che hanno imposto lo stop a serate ed eventi per Capodanno, sono stati indigesti. «Soprattutto per quel che riguarda le tempistiche», spiega Matteo Molinari, che a dispetto dei suoi 36 anni può essere considerato uno dei veterani in Trentino nel campo dell'organizzazione di eventi: «Da un giorno all'altro, a poco più di una settimana dal 31 dicembre, è stato vanificato il lavoro di mesi di decine e decine di addetti. E questa volta senza che - nel prevedere le restrizioni - si sia minimamente accennato alla possibilità di prevedere ristori. È inaccettabile, perché c'è chi in questi mesi difficili ha investito molto in termini di apparecchiature e materiali per garantire la sicurezza delle proprie strutture, a cominciare da tutto ciò che riguarda la sanificazione degli ambienti. Ebbene, sono soldi che si sono sempre rivelati buttati, perché praticamente nessun altro settore ha visto così tante e ripetute restrizioni nonostante gli sforzi messi in campo».

La frustrazione degli addetti è comprensibile: chiusure, aperture con capienze ridotte, misure di sicurezza: a fronte di indicazioni «che sono chi lavora seriamente in questo comparto ha sempre rispettato», è sempre arrivata la stangata. «Che è pesante. Nell'immediato e in futuro», prosegue Molinari: «Dopo quest'ultimo provvedimento chi ancora se la sentirà di mettersi al lavoro per la primavera? Molti rischiano di non ripartire più, e seppur ristretto, questo è un settore che dà lavoro a tanti e ha il suo peso, nell'economia di una zona turistica come quella trentina».

Proprio nelle località turistiche, le serate di festa da sempre sono una delle attrattive anche per i turisti. A Madonna di Campiglio (nella foto, la webcam di martedì 28 dicembre alle ore 18 al Fortino) sarà, come lo scorso, un Capodanno senza feste. «Lascerò aperto il discobar, con una cena per i clienti in piena sicurezza, ma la discoteca la chiudo, che cos'altro potrei fare?» spiega Ettore Valentini del Piano54. «Ce l'hanno detto a Natale, proprio un bel regalo, dopo mesi già di per sé difficili. Per noi, qui, è l'inverno che fa la differenza e siamo già al secondo in cui siamo fermi al palo».

«La situazione è quella che è, le regole ci sono, sappiamo perché e così sia: è giusto e la salute di tutti viene prima di tutto. Certo, guardando alle contraddizioni, rispetto alle restrizioni, un po' di amarezza si fa largo, dato che per le discoteche si adottano metri di giudizio che per altre attività sono più permissivi. Pazienza, quello che fa più rabbia sono i modi, il preavviso poteva essere maggiore in modo da evitare a chi lavora in questo settore di programmare, pianificare, acquistare, promuovere», spiega Alex Tozzo, tra i più noti dj del trentino e collaboratore della discoteca Spleen di Arco dove avrebbe dovuto suonare nella notte di Capodanno.

«A volte si ha l'impressione che questo settore non venga considerato per quello che è, un ambito lavorativo che coinvolge tante persone, ma confuso per quello che produce, svago e spensieratezza. Questo è quello che offriamo, ma per farlo, lavoriamo seriamente e sono molte le persone in difficoltà».

Dal punto di vista dei ristori, ancora non ci sono notizie. Durante la discussione della Finanziaria in Consiglio provinciale, Alessia Ambrosi (FdI) aveva presentato un emendamento volto ad esentare le sale da ballo (così come cinema, teatri e sale per concerti) dal pagamento dell'Imis per il 2022. La proposta non è stata accolta ma, spiega Ambrosi, «la Giunta,, consapevole della problematica, si è impegnata ad approvarla a luglio in sede di assestamento di bilancio».

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