Ristorazione / Il caso

Pasti "veloci" e bevande anche in negozio? Esercenti in rivolta: sarebbe concorrenza sleale

Un articolo della Finanziaria provinciale liberalizza il consumo dei prodotti acquistati, purché i clienti non siano seduti: l’attacco di Confcommercio

TRENTO. Fanno discutere le novità introdotte nella manovra finanziaria della Provincia che riguardano la possibilità di vendere alimenti e bevande anche all'interno degli esercizi di vicinato, i piccoli negozi di alimentari diffusi sul territorio trentino, ma anche angoli di degustazione nei birrifici e nelle aziende che producono e commercializzano olio.

L'articolo 22 della collegata intende modificare la legge sul commercio del 2010 ampliando l'offerta dei servizi sul territorio dagli esercizi di vicinato sia a favore della popolazione residente che dei turisti, puntando nel contempo alla diffusione e promozione dei prodotti locali.

In pratica si prevede che all'interno sia possibile il consumo immediato dei prodotti alimentari, comprese le bevande alcoliche, esclusivamente su appositi piani di appoggio, senza sedie e sgabelli che farebbero assomigliare troppo questi spazi a un ristorante e senza servizio assistito ma con la possibilità dii utilizzare stoviglie e posate, anche riutilizzabili in metallo o vetro «nell'ottica del contenimento dei rifiuti».

Simile il provvedimento che riguarda i birrifici, che potranno realizzare piccoli locali dove consumare sul posto la birra prodotta, anche in questo caso solo su piani di appoggio senza sedie o sgabelli.

Ancora più ampia la deroga per le attività oleoturistiche svolta da aziende produttrici di olio d'oliva che già oggi organizzano visite ai luoghi di coltura, raccolta dimostrativa, degustazione e commercializzazione.

Il disegno di legge prevede che in queste aziende si possa in futuro anche abbinare la vendita ad altri prodotti agroalimentari.Ieri in commissione provinciale queste novità sono state aspramente criticate dal direttore generale di Confcommercio, Giovanni Profumo, che vi vede il rischio di una concorrenza indebita con bar e ristoranti proprio in un periodo storico in cui questi hanno dovuto subire chiusure forzate e momenti di enorme difficoltà.

Profumo ne fa una questione di reciprocità, sottolineando come se si vuole liberalizzare le vendite bisognerebbe a quel punto anche permettere ai ristoranti di vendere i prodotti al banco oltre che serviti a tavola.

«Okay la promozione dei prodotti locali - sostiene Profumo - ma non si può tollerare che dalla promozione si arrivi di fatto alla ristorazione». Il direttore di Confcommercio bolla inoltre come "scandaloso" l'articolo che prevede di promuovere la vendita di olio offrendo ai clienti piatti che senza controllo possono diventare veri e propri pranzi e cene.

Le posizioni di Profumo sono state condivise dal vice presidente di Confesercenti Massimiliano Peterlana.

Apprezzata invece la norma che proroga a tutto il 2022 l'utilizzo semplificato di plateatici e strutture leggere all'aperto per i pubblici esercizi, norma introdotta per operare in sicurezza durante l'emergenza Covid accogliendo all'aperto gli avventori e favorendone il distanziamento.

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