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Lucia Coppola: vietare la caccia la domenica, per garantire la sicurezza di chi si muove nei boschi

La consigliera provinciale dei verdi: "In questi giorni chi passeggia in Trentino sente spesso gli spari provenienti da postazioni nei paraggi e la preoccupazione è comprensibile: si intervenga per consentire una fruizione tranquilla del territorio"

LA POLEMICA Quelle mangiatoie nei boschi per richiamare gli ungulati

TRENTO. Le belle giornate assolate di ottobre hanno favorito le passeggiate nei boschi e sui monti del Trentino, specie nei week-end.

Molti escursionisti, però, segnalano che sulle strade forestali e sui sentieri capita spesso di sentire gli spari dei fucili dei cacciatori, il che provoca una certa preoccupazione fra i gitanti, come sottolinea la consigliera provinciale dei verdi Lucia Coppola.

Da settembre, infatti, dopo si può sparare anche di domenica, mentre in agosto vigeva una moratoria a tutela del turismo

"La domenica, in tutte le stagioni, le famiglie si muovono a piedi cercando di recuperare il rapporto con la natura, le relazioni familiari che in questi momenti vengono vivificate, per la salute e la possibilità di respirare aria buona e di godere le bellezze del nostro territorio.

Ma muoversi anche in questo splendido autunno diventa pericoloso e inquietante tra gli spari che rimbombano.

Passeggiare in mezzo a roccoli e a improbabili capanni e postazion di caccia, numerosissimi in ogni dove, non è molto raccomandabile. E la paura magari aumenta se si è col proprio cane o con dei bambini.

Pensare di non consentire la caccia di domenica sarebbe perciò doveroso e giusto per la popolazione trentina, in gran parte non favorevole all'attività venatoria.

Ma soprattutto per consentire, nell'unico giorno in cui le persone possono godere del proprio territorio in funzione ricreativa, di poterlo fare in sicurezza e serenità".

L'esponente ecologista ricorda che sono 6500 gli iscritti all'Associazione cacciatori, "cioè una minoranza degli abitanti del Trentino".

Sul fronte regolamentare, dopo l'apertura della caccia a camosci e mufloni, è seguita domenica 5 settembre quella al capriolo e al cervo.

"Dal 2 ottobre - spiega Coppola - si sono aggiunte alla lista delle prede coturnice e fagiano di monte. Poi man mano si arriva alla beccaccia e all'allodola.

Interessante è sapere tra il 2019 e 2020 la consistenza dei caprioli è diminuita del 15 per cento.

Quindi il numero delle assegnazioni è passato da 6565 a 5700 caprioli.

Tanti indubbiamente.

Ma ciò che rimane è il fatto che si può agire e muoversi indisturbati con un'arma in mano, attraversando il territorio, boschi e prati, compresi i fondi privati".

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