Lavoro / Il caso

Gli operai «invisibili» della Ricicla 2 saranno assunti, l’annuncio del sindaco Franco Ianeselli

In giugno la clamorosa protesta dei 27 addetti (tutti stranieri): ogni giorno separano la nostra raccolta differenziata dei rifiuti in un capannone, ma erano dipendenti interinali, senza diritti e senza certezze. Ora l’epilogo

TRENTO. L’annuncio lo dà il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, che fin da subito si era speso in prima persona per trovare una soluzione ad una situazione scandalosa. « nCi sono anche le buone notizie. Ho appena saputo che è stato raggiunto l’accordo per l’assunzione di tutti e 27 i lavoratori della Ricicla Trentino: ve li ricordate? A giugno il sindaco di Lavis ed io li avevamo incontrati mentre scioperavano per la precarietà dei loro contratti. Le mobilitazioni servono. E quando le parti scelgono la strada del dialogo, i risultati ci sono!»

La vicenda. I lavoratori di Ricicla Trentino sono tutti stranieri, e sono scesi in lotta per la precarietà dei contratti e la conseguente situazione di incertezza in cui vivono. Ufficialmente reclutati da una cooperativa interinale – quindi non dall’azienda che si occupa del trattamento dei rifiuti della raccolta differenziata e, più in particolare, della separazione e selezione dei materiali dei cosiddetti “sacchi azzurri” – erano stati ricevuti da Ianesell ie dal sindaco di Lavis Brugnara, visto che lo stabilimento è nel territorio avisano.

Caso nazionale. La svolta, però, era venuta con una visibilità nazionale della loro lotta. 

Il racconto era un pugno nello stomaco: lo sfruttamento nel lavoro c'è, a due passi dalla città, a Lavis, e non da oggi. Lo raccontavano gli operai africani della raccolta differenziata al settimanale l'Espresso, che dedicava la prima pagina al reportage.

Sei euro l'ora per separare i rifiuti dei "sacchi azzurri" che passano sul nastro trasportatore ad una velocità - sostiene il sindacato Usb - accelerata, con conseguenti rischi maggiori per la sicurezza.

L'azienda è la Ricicla Trentino 2 e i lavoratori, stranieri e con tutti i documenti in regola, hanno un contratto a tempo indeterminato con una agenzia interinale, ma mensile di missione con l'azienda.

Ciò significa niente quattordicesima e una paga (da contratto nazionale) di 6 euro l'ora, ma anche ricattabilità perché il lavoro anche se continuativo è sempre precario sulla carta.

E la precarietà, con annessa incertezza di capacità economica, rende più difficile anche il ricongiungimento familiare.

«Trentino. Alabama»: iniziava così il post del sindaco di Trento Franco Ianeselli, che parlava allora di «un'immagine della nostra terra di cui essere tutt'altro che fieri».

«Perché i lavoratori interinali della Ricicla Trentino di Lavis - proseguiva Ianeselli - non hanno contratti stabili, come i loro colleghi che svolgono più o meno le stesse mansioni, ma hanno la pelle un po' più chiara? Che valore può avere la nostra raccolta differenziata da record, che senso ha il nostro Trentino green, se dietro la facciata dell'ecologia si calpesta la dignità dei lavoratori? Se ci facciamo queste domande, non è per denigrare il Trentino. Non abbiamo mai sminuito i nostri primati positivi».

Proseguiva il sindaco: «Non possiamo però tacere né rassegnarci alle ombre della nostra provincia. Come rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere di fare la nostra parte: anche se formalmente il Comune non ha rapporti con Ricicla Trentino 2, è chiaro che quel che accade in qualsiasi punto della filiera dei rifiuti è anche affar nostro.

Ci prendiamo dunque l'impegno a far dialogare tutte le parti in causa e a trovare al più presto una soluzione all'altezza della storia delle nostre conquiste sociali e soprattutto della nostra idea di futuro».

La consigliera provinciale Sara Ferrari, capogruppo del Pd, aveva allora depositato un'interrogazione sul caso della Ricicla Trentino, per chiedere all'assessore competente se sia al corrente della «terribile situazione lavorativa presso la ditta, se abbia mai promosso delle verifiche» o se, alla luce di quanto emerso sulla stampa, intendesse ora farlo attraverso l'ispettorato del lavoro.

«Da mesi - si legge nell'interrogazione - gli addetti dell'azienda stanno lamentando, anche con azioni di sciopero, condizioni di lavoro precarie e la sistematica violazione dei diritti dei lavoratori. Lo scorso 11 e 12 maggio i lavoratori hanno indetto uno sciopero davanti all'azienda "a causa dell'indisponibilità dell'azienda ad aprire un confronto relativamente alle rivendicazioni avanzate dai lavoratori e l'atteggiamento di completa chiusura", e in particolare al caso di licenziamento di uno dei lavoratori, che secondo i colleghi sarebbe stato "mandato via senza una reale motivazione e sostituito da altro personale assunto per tramite di un'altra agenzia"».

 

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