Pandemia / Le regole

Green pass sul posto di lavoro, il governo vara la app per i controlli

Nuovo dpcm indica le modalità dei controlli: si prevede una verifica a campione di almeno il 20% dei dipendenti ogni giorno

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ROMA. Via libera al dpcm che inidca le modalità di verifica del possesso delle certificazioni verdi covid in ambito lavorativo.

Il decreto interviene per fornire ai datori di lavoro pubblici e privati gli strumenti informatici che consentiranno una verifica quotidiana e automatizzata del possesso delle certificazioni.

Il dpcm è stato firmato ieri sera dal presidente del consiglio, Mario Draghi, su proposta del ministro dell'economia e delle finanze, Daniele Franco, del ministro della salute, Roberto Speranza, e del ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao.

I controlli del green pass nei luoghi di lavoro pubblici e privati potranno avvenire attraverso "l'integrazione del sistema di lettura e verifica del QR code del certificato verde nei sistemi di controllo agli accessi fisici, inclusi quelli di rilevazione delle presenze, o della temperatura".

Per "assicurare efficace ed efficiente" verifica del green pass nei luoghi di lavoro pubblici e privati, il ministero della salute "rende disponibili ai datori di lavoro specifiche funzionalità" per una verifica quotidiana e automatizzata rivelando solo il possesso di un certificato in corso di validità e non "ulteriori informazioni.

Si prevede l'uso di un pacchetto di sviluppo per applicazioni, rilasciato dal ministero con licenza open source, che si può integrare nei sistemi di controllo degli accessi, inclusi quelli di rilevazione delle presenze.

Si prevede un controllo quotidiano, a rotazione, di almeno il 20% dei dipendenti.

Solo nelle aziende sotto i 15 dipendenti sarà possibile sostituire temporaneamente i lavoratori non muniti di certificazione (per un periodo massimo di venti giorni).

Nelle altre realtà lavorative, il mancato rispetto dell'obbligo di green pass sit radue sostanzialmente nella sospensione del dipendente.

"I soggetti che, per comprovati motivi di salute, non possono effettuare il vaccino contro il covid, dovranno esibire un certificato contenente l'apposito qr code in corso di predisposizione.

Nelle more del rilascio del relativo applicativo, il personale esente - previa trasmissione della relativa documentazione sanitaria al medico competente dell'amministrazione di appartenenza - non potrà essere soggetto ad alcun controllo".

"Il lavoratore, pubblico o privato, è considerato assente ingiustificato, senza diritto allo stipendio, fino alla presentazione del green pass".

Lo ribadisce una Faq del governo sull'obbligo di Green pass. Le sanzioni per chi acceda al lavoro senza pass vanno da 600 a 1500 euro, più "le sanzioni disciplinari" dei "contratti collettivi di settore".

Oltre allo stipendio si perde ogni "altra componente della retribuzione, anche previdenziale, con carattere fisso e continuativo, accessorio o indennitario. I giorni di assenza non concorrono alla maturazione delle ferie e comportano la perdita della relativa anzianità di servizio".

Per far fronte a specifiche esigenze di natura organizzativa, come ad esempio quelle derivanti da attività lavorative svolte in base a turnazioni, o connesse all'erogazione di servizi essenziali, i soggetti preposti alla verifica del green pass "possono" richiederlo ai lavoratori "con l'anticipo strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore, ciò anche in relazione agli obblighi di lealtà e di collaborazione derivanti dal rapporto di lavoro". 

Il sistema tessera sanitaria acquisisce tramite apposito modulo online, reso disponibile sul portale nazionale della piattaforma del green pass, i dati relativi alle vaccinazioni effettuate all'estero dai cittadini italiani e dai loro familiari conviventi nonché dai soggetti iscritti al servizio sanitario nazionale che richiedono l'emissione della certificazione verde covid in Italia per avere accesso ai servizi e alle attività, incluse quelle di lavoro, per le quali è previsto l'obbligo di pass.

Nelle more del rilascio e dell'eventuale aggiornamento delle certificazioni verdi da parte della piattaforma nazionale Dgc, i soggetti interessati possono comunque avvalersi dei documenti rilasciati, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche e private, dalle farmacie, dai laboratori di analisi, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta che attestano o refertano" una delle condizioni per il rilascio della certificazione verde (vaccinazione, avvenuta guarigione o effettuazione del tampone).

Al fine di tutelare la privacy dei lavoratori, viene impedito che si possa risalire all'origine del green pass, cioè se da vaccino o da test covid.

Infatti, per i controlli effettuati con app, è fatto esplicito divieto di conservare il qr code sottoposte a verifica, nonché di estrarre, consultare, registrare o comunque trattare per finalità ulteriori rispetto a quelle per il controllo per l'accesso al lavoro "le informazioni rilevate dalla lettura dei qr code e le informazioni fornite in esito ai controlli" stessi.

I clienti non sono tenuti a verificare il green pass dei tassisti o dei conducenti di Ncc, precisano le faq sui controlli del green pass pubblicate da Palazzo Chigi.

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