Sanità / L'allarme

Green pass negli ospedali trentini: servizi a rischio, ancora dubbi su chi controlla

L'Azienda non ha ancora deciso se saranno le segreterie o le coordinatrici infermieristiche a dover verificare le certificazioni del personale. Per i no vax quello di venerdì 15 ottobre sarà una sorta di anticipo delle sospensioni in arrivo

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di Matteo Lunelli

TRENTO. «Il personale non in possesso del certificato verde non deve in nessun caso accedere al posto di lavoro».

Lo scrive il direttore generale facente funzione Antonio Ferro, che ieri sera ha inviato ai propri 8.500 dipendenti la prima - e attesissima - circolare sul tema green pass. Un documento senza particolari novità rispetto alle regole note ormai da tempo, ma anche senza quella che era la notizia più attesa: chi controlla?

Oggi o domani sono attese istruzioni concrete, ma le possibilità non sono molte: o le segretarie o le coordinatrici saranno verosimilmente le persone incaricate di installare l'app sul telefonino e verificare medici, infermieri e oss.

Ma il mondo sanitario è molto complesso e non ci sono solo le corsie degli ospedali: ci sono le mense, ci sono gli ambulatori, c'è la sede di via Degasperi, ci sono le strutture tecniche, ci sono gli addetti alle pulizie. Dall'Apss fanno sapere che in alcune strutture verranno utilizzati i totem, ma non è ancora chiaro di chi sia la responsabilità di verificare. Il grande nodo da sciogliere è ovviamente legato ai numeri. Centinaia di persone - soprattutto oss, ma anche infermieri e qualche medico - non sono vaccinate ma sono in attesa dei provvedimenti di sospensione: l'Apss ha scelto la strategia dell'attesa, con l'iter che si concluderà verso la fine di ottobre.

Ma l'entrata in vigore del green pass, di fatto, anticipa i tempi e da venerdì buona parte di questo personale non potrà infilare camice e mascherina e andare in corsia a lavorare. Con i turni già definiti da fine settembre e con il personale già ridotto all'osso, pensare a rientri, reperibilità, coperture diventa difficile.

Ecco quindi che una serie di servizi sono potenzialmente a rischio. Quanti e quali lo si capirà da venerdì in poi.

Ma oltre al personale sanitario ci sono anche le migliaia di persone che lavorano per l'Azienda sanitaria o comunque nelle strutture dell'Azienda sanitaria. Anche in questo caso i disagi potranno esserci, di riflesso anche per pazienti e cittadini. Tornando alle regole, Ferro spiega ai dipendenti che «potremo richiedere il certificato verde al momento dell'accesso al luogo di lavoro o in qualsiasi momento successivo durante l'orario di lavoro».

Chi non lo ha non potrà accedere, «al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori sul posto di lavoro e sarà considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della suddetta certificazione. Per i giorni di assenza ingiustificata non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento».

Chi verrà "scoperto" senza green pass dentro il reparto, l'ufficio, il laboratorio verrà sanzionato economicamente (da 600 a 1.500 euro) e disciplinarmente. Ferro sottolinea inoltre che l'Azienda non effettuerà tamponi gratuiti ai dipendenti. Insomma, un sanitario no vax dovrà andare in farmacia come ogni cittadino.Il provvedimento riguarda anche i volontari, non solamente i dipendenti. E, anche se ovvio, sottolineiamo che le regole non riguardano chi in ospedale ci va come utente, ovvero per motivi di salute.

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