Sanità / La denuncia

Bimbo autistico attende un anno per le cure di una carie

La mamma disperata: a Rovereto ne operano soltanto uno al mese. Nei casi più difficile è necessaria l'anestesia totale. L'appello per un miglioramento dell'assistenza sanitaria

di Giorgio Lacchin

TRENTO. Un bimbo autistico di 6 anni che soffre da mesi per una carie: lui non lo dice - non lo può dire a causa della malattia - ma chi gli sta accanto percepisce il nervosismo che lo attanaglia nei momenti di maggior dolore.

Dall'altra parte, un sistema sanitario che prevede di curarlo a più di un anno dalla visita che pure certifica, testuali parole, l'urgenza dell'intervento. Più di un anno perché all'ospedale di Rovereto, cui s'appoggia il Centro odontoiatrico per disabili, ne operano solo uno al mese (per gli autistici "non collaboranti" occorre l'anestesia totale).

Amarilys Perdomo asciuga le lacrime, prova a nasconderle ma non ci riesce.

«Mi scusi», sussurra. Amarilys è cubana con la cittadinanza italiana. È qui dal 2005 e lavora in una casa di riposo a Trento, è sposata e ha due figli. Il più grande, 6 anni, è affetto da autismo. Una faticosa ricerca.

«A gennaio scopriamo che nostro figlio ha una carie. Non è stato lui a dircelo: i bambini autistici non sono come gli altri. Non dicono: mamma, ho male. Devi essere tu a scoprirlo. Noi lo abbiamo capito perché era nervoso e infilava le cose in bocca sempre da quella parte, stuzzicadenti, giocattoli, cose così».

La signora Perdomo estrae dalla borsa un plico di documenti, certificati, impegnative. Testimoniano le tappe di una richiesta di aiuto faticosa ma soprattutto avvilente.

«Quel giorno, insomma, cominciamo a cercare chi possa curarlo. Decidiamo di andare per via privata ma siccome è autistico ci dicono che dev'essere operato in anestesia totale e bisogna passare per l'Azienda sanitaria».

E nessuno richiama.Amarilys chiama il Cup.

«Siamo in aprile. Spieghiamo la situazione, mostriamo la lettera dell'odontoiatra e ci rispondono che appena c'è posto verremo contattati».

Intanto il bimbo soffre, si lamenta, dorme poco, è nervoso. E nessuno richiama.

«Decidiamo di prenotare una visita privata all'ospedale Santa Chiara: il 31 maggio nostro figlio viene visitato e reinserito in lista d'attesa». Peccato che la prenotazione in lista non sia valida per un bimbo autistico!, ma la famiglia lo scoprirà solo più tardi.«Proprio in quei giorni, però, grazie alla maestra di sostegno veniamo a sapere che a Borgo Valsugana c'è il Centro odontoiatrico per disabili. Nessuno, fino a quel momento, ce l'aveva detto; neppure l'Azienda sanitaria».

L'appuntamento a Borgo è per il 18 giugno.

«Il medico visita mio figlio e certifica la necessità di assistenza urgente perché di notte non dorme, si lamenta e non è collaborante».

Il bambino viene inserito anche in questa lista d'attesa ma nessuno, anche stavolta, richiama. Appuntamento a luglio 2022 (forse).«Dieci giorni fa - lunedì l'altro - chiamiamo noi: portate pazienza, rispondono, abbiamo bambini in lista dal febbraio 2020. Ce ne sono almeno dieci prima di vostro figlio, e a Rovereto ne operano uno al mese».

Dunque ci vorranno almeno 10 mesi.

«Facendo due conti arriviamo come minimo a luglio 2022».

Un appello a nome di tutte le famiglie. E perché a Rovereto?

«I bambini sotto i 40 chili vengono operati a Rovereto, ma ciò che vorrei sapere è il motivo per cui ne operano solo uno al mese. Persone come mio figlio hanno bisogno più di altri di una rapida assistenza ed essere tutelati. Invece devono aspettare tanto tempo e soffrire. Non penso a lui soltanto, ma a tutti i bambini nella medesima situazione: a quei dieci e più che aspettano una chiamata da Rovereto. Capisco che la pandemia abbia complicato le cose e causato ritardi ma trovo sia tutto molto triste».

Poco più di due settimane fa il figlio di Amarilys Perdomo ha cominciato la prima elementare. «Una situazione nuova, che lo rende ancora più teso, nervoso».

E quando il dolore al dente aumenta è il momento della tachipirina. «Da mesi, ormai, andiamo avanti così».

comments powered by Disqus