Politica / Il dibattito

Elezioni 2023 e l’idea di Dellai, Ianeselli: «Serve coraggio. Ma lasciamo perdere la Margherita»

Il sindaco di Trento commenta l’intervista all’ex presidente e le reazioni: «Il fermento civico c’è, ora serve un candidato che metta subito fuori la testa, se fai le scelte la gente lo apprezza»

DELLAI "Battere la Lega, serve un progetto politico"
VALDUGA "Io ci sono, ma prima il progetto"
PATT Provinciali, partito spaccato

di Luisa Maria Patruno

TRENTO. Non c'è tempo da perdere. Per il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, eletto un anno fa con una coalizione di centrosinistra Patt compreso, è necessario costruire subito un'alternativa alla attuale maggioranza provinciale guidata dalla Lega di Maurizio Fugatti, e individuare anche il candidato presidente. «È sbagliato stare coperti in attesa di quello che succede e arrivare a ridosso delle elezioni provinciali del 2023 - dice infatti il sindaco - l'esperienza di quanto accaduto per le elezioni comunali di Trento è lì a dimostrarlo».

E soprattutto il sindaco è molto contento che l'intervista all'ex governatore Lorenzo Dellai abbia suscitato tante importanti ed immediate reazioni, in particolare quella del Patt.

Sindaco Ianeselli, cosa pensa del dibattito politico che si è innescato dall'intervista di Lorenzo Dellai? Che sbocco si augura?

Quello che mi ha colpito di più sono state le reazioni all'intervista di Lorenzo Dellai, perché credo che fosse da molto tempo che una presa di posizione non suscitasse reazioni molto nervose della destra e positive sull'altro fronte. E mi sono chiesto il perché.

Si è dato una risposta?

Mi viene da dire che è perché se si fa quello che più volte è stato dichiarato dall'attuale presidente della Provincia, ovvero che siccome "siamo in guerra", perché c'è il Covid, si rinuncia alla programmazione e alla progettazione per governare l'Autonomia, inevitabilmente se qualcuno dice: "attenzione questo è un depauperamento del Trentino" coglie nel segno. Per me la posizione più inaspettata, nella nettezza, è stata quella del segretario del Patt, Simone Marchiori. Ed è noto che io ho una considerazione molto forte della cultura autonomista e del Patt, quindi sono rimasto piacevolmente colpito.

Secondo lei come dovrebbe svilupparsi questo progetto?

Quello che ho trovato meno centrato nel progetto è l'idea di un ritorno al passato. Ho letto da poco una biografia di Francesco Giuseppe scritta dallo storico Franco Cardini e vi si parla del misoneismo dell'imperatore d'Austria, ovvero l'avere paura del nuovo. Era un imperatore che odiava ogni innovazione, ma ha dovuto scontrarsi con il liberalismo, il nazionalismo e le novità del suo tempo. Noi oggi siamo nel 2021, un'epoca molto distante da quella della Margherita e non possiamo permetterci di essere misoneisti, ovvero avere paura di quanto è cambiato, anche se quelle culture politiche ci sono ancora.

Quindi parlare di Margherita è come avere paura del futuro?

Se l'idea è riprendere quel "sapore" lì, un'area politica va bene, ma non tornare alla Margherita come progetto. Va bene invece un progetto per riconciliare, per superare le contrapposizioni città e valli, trentini non trentini, l'essere convintamente europei. L'esperienza di Trento dimostra che persone che sono pronte a metterci la faccia. per portare esperienze professionali e amministratine, ci sono e si trovano.

Si trovano le facce nuove in politica?

Certo, se il progetto è positivo le persone che hanno amore per il territorio, anche se magari non vogliono essere associate direttamente a un partito, pronte a mettersi in gioco, ci sono. A Trento è stato così. Si può fare anche per le elezioni provinciali. Certo, sulla base di una scelta di valori, credere in una democrazia liberale e non nei modelli di Trump e Putin, credere in un'idea di vocazione europea e in una comunità che unisce e non divide e credere che con la propaganda vinci le elezioni, ma con la propaganda non si governa perché poi se fai delle azioni contro la Costituzione ci sarà un giudice, non perché è cattivo, che prima o poi te lo dice.

Lei consiglierebbe alle forze politiche, Patt compreso, che vogliono costruire il progetto, di muoversi subito?

In politica ci sono scuole di pensiero diverse: c'è chi dice che è meglio inabissarsi ed emergere a ridosso delle elezioni, io invece penso che bisogna fare in fretta. Non certo aspettare a due tre mesi dal voto del 2023.

Lei stesso aveva messo fuori la testa presto per candidarsi a sindaco di Trento. Serve un altro "tipo Ianeselli"?

Io ho fatto così. Se il percorso fosse stato come mi dicevano altri, ovvero di aspettare come andavano le elezioni in Emilia Romagna, vedere cosa facevano gli altri, fare una trentina di tavoli di coalizione, magari le primarie, il sapore della candidatura sarebbe stato diverso. Io ero convinto che si doveva avere il coraggio di fare una scelta. Se fai una scelta di fronte ai cittadini sei molto più forte. Il fermento civico c'è, serve coraggio.

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