Pandemia / Lo sport

Basket e volley, verso il green pass per tutti gli over 12 anni

Si attendono le decisioni definitive ma al momento si profila una nuova stagione in palestra caratterizzata dall'obbligo di certificazione covid. Società preoccupate per la fascia dei giovani fra i 12 e i 18 anni, quella meno vaccinata: al momento, però, non si prevedono deroghe. Nel calcio green pass soltanto per le attività indoor

L'ANALISI Trento e Bolzano agli ultimi posti per copertura insieme a Sicilia e Calabria
IL BOLLETTINO In Trentino aumentano ricoveri e contagi, ma ancora zero decessi

VIDEOSCHEDA Tutti i numeri delle ultime 24 ore
IL BOLLETTINO Balzo dei positivi in Alto Adige: sono 81 in un solo giorno
RISTORANTE Senza green pass al McDonald’s di Trento sud:, multati

TRENTO. La sensazione è che il basket e il volley provinciale debbano ripartire dal green pass (questo pensano le rispettive federazioni).

Solo agli under 12 non verrebbe richiesto.

Nel calcio i dirigenti locali stanno cercando di convincere i vertici nazionali a togliere l'obbligo del tampone rapido per tutti i giocatori di tutte le squadre, dai 12 anni in su al primo raduno o prima partita.

Diverso il caso dell'atletica leggera: né green pass né tampone per l'attività all'aperto.

Per quella in palestra si è in attesa di disposizioni.

«Non tutte le federazioni hanno aggiornato i protocolli», afferma Paola Mora, presidente del Coni trentino.

«Il mio augurio è che lo sport possa ripartire: per i ragazzi e i giovani, soprattutto, ma anche per tutti gli altri. Ce n'è davvero bisogno».

Per svolgere l'attività all'aperto non serve nulla: gli atleti non sono obbligati ad avere né green pass né tampone, fanno sapere dal Comitato trentino della Fidal.

Gli atleti devono rispettare solo il distanziamento e indossare la mascherina in caso di assembramenti.

Nel caso di un meeting l'organizzatore è ovviamente libero di chiedere il green pass agli atleti, ma è una decisione in capo appunto al singolo organizzatore.

Fin qui gli atleti. Per quel che riguarda i volontari in campo - compresi i giudici di gara - siamo in presenza di un vuoto normativo: nessuno ha stabilito cosa occorra; la norma parla di atleti, le altre figure non sono contemplate.

Per il pubblico è diverso: gli spettatori hanno l'obbligo del green pass e i posti in tribuna sono contingentati.

Per gli allenamenti in palestra le regole non sono state ancora definite: dipenderà tutto dalla situazione epidemiologica delle prossime settimane.

Il calcio si muove, molto semplicemente, sulla base dei dpcm, i decreti del presidente del Consiglio dei ministri.

«Il protocollo della Federcalcio vale per tutte le categorie, dal vertice ai Pulcini», avverte Ettore Pellizzari, vicepresidente vicario della Lega nazionale dilettanti.

«Il protocollo prevede che tutti i calciatori, dai 12 anni in su, si sottopongano a uno screening iniziale, al momento del primo raduno o della prima partita, attraverso un tampone rapido da eseguirsi nelle 48 ore precedenti. Ma questo è un punto sul quale stiamo ancora discutendo; in effetti stiamo chiedendo che non venga confermato».

Per gli allenamenti all'aperto non c'è l'obbligo del green pass; per tutta l'attività al chiuso, invece, l'obbligo esiste.

Dunque, green pass per il calcio a 5, per intenderci. Il passaporto verde, naturalmente, può derivare da vaccinazione ma anche da tampone.

Veniamo alle partite. Al momento la situazione è questa: per i campionati "di preminenza nazionale" - la C femminile, la D maschile, l'Eccellenza maschile e femminile - il "gruppo squadra" ha l'obbligo del green pass, vaccinale o da tampone; il tampone da effettuarsi ogni sette giorni.

Per "gruppo squadra" s'intendono i giocatori, l'allenatore, il dirigente accompagnatore; tutti quelli che accedono al recinto di gioco durante la partita, compreso l'arbitro.

Per le altre categorie - dalla Promozione in giù - per il "gruppo squadra" non è previsto l'obbligo di green pass ma l'applicazione di un protocollo che prevede la classica autocertificazione - in cui si dichiara che non si hanno i sintomi del virus - oltre alla misurazione della temperatura corporea all'ingresso, il distanziamento (salvo che durante la partita, ovviamente) e la mascherina per chi non sta giocando.

Tutte quelle attenzioni, dunque, già in essere nell'autunno scorso prima dell'interruzione dell'attività.

Il green pass, naturalmente, sostituisce l'autocertificazione; quest'ultima dura 14 giorni, il green pass 270 (nove mesi).

Nel basket, si va verso il passaporto verde. Ancora non c'è un protocollo per l'attività giovanile», sospira Mauro Pederzolli, presidente del Comitato trentino della Federbasket.

«Per il minibasket sembra comunque che non ci sarà la necessità di tampone o green pass, visto che i ragazzini che lo praticano non rientrano nella campagna vaccinale».

Il minibasket, insomma, dovrebbe ripartire regolarmente.

«Per i campionati provinciali giovanili e senior la speranza è che si arrivi a protocolli sostenibili per tutti e si possa disputare una stagione simil-normale a partire dal primo o secondo weekend di ottobre, anche se prevedibilmente senza pubblico in tribuna».

Come federazione, prosegue Pederzolli, «ci aspettiamo che per gli atleti compresi nelle fasce d'età ammesse al vaccino venga previsto il green pass. Il passaporto verde facilita lo svolgimento dello sport, questo è il punto; ancor più uno sport come il nostro, che si pratica al chiuso. Il green pass agevolerebbe il compito delle società, che altrimenti potrebbero essere costrette a controllare con regolarità che gli atleti siano in possesso di un tampone negativo. Se vogliamo davvero riprendere a giocare, dobbiamo fare questo sforzo. Con il green pass, tra l'altro, mettiamo in sicurezza tutti quanti».

Le indicazioni dovranno arrivare entro fine agosto perché subito dopo comincia la fase di preparazione ai campionati.

In tutto questo, un segnale positivo: in Trentino sono appena nate due società, una in val di Non e una in Valsugana.

Volley, cercasi soluzione per gli under 18. Anche la pallavolo è in attesa del protocollo per le categorie giovanili e i campionati provinciali; finora c'è solo quello della Superlega.

«La situazione è di completa incertezza», ammette Francesco Crò, presidente del comitato trentino della Fipav.

«Al momento la strada è quella del green pass; la regola vigente è questa e non sembra ci sia la possibilità di una deroga.

Chiaramente siamo molto preoccupati, soprattutto per la fascia dai 12 ai 18 anni, quella meno vaccinata e con la minore propensione da parte dei genitori a intervenire in tal senso.

Stiamo spingendo con la federazione nazionale per poter trovare una strada e aiutare questi ragazzi: abbiamo un paio di proposte sul tavolo ma non sappiamo se verranno accolte».

Entro fine settimana la Federazione nazionale dovrebbe fornire indicazioni precise: «Speriamo davvero», conclude Crò, «perché la ripresa dell'attività è dietro l'angolo».

comments powered by Disqus