Pandemia / La petizione

Scuola, in coda anche a Trento per firmare contro l'obbligo di green pass

In molti aderiscono all'iniziativa lanciata dall'Anief, mentre anche in sindacati rilanciano la protesta contro la decisione del governo e chiedono un confronto per introdurre modifiche

SCUOLA Sindacati sul piede di guerra su controlli e sanzioni
OSPEDALI Obbligo di green pass anche per le visite ai pazienti
VIA LIBERA Con il green pass esplode la richiesta di tamponi

TRENTO. Sulla scia del no dei sindacati arriva, anche a Trento, la mobilitazione degli insegnanti per dire no all'obbligo di green pass nella formula stabilita dal governo Draghi.

Oggi, 16 agosto, sono numerosi i docenti in coda, in  via Vannetti a Trento (nella foto di Daniele Panato), per firmare la petizione lanciata dall’Anief.

"Pronti i ricorsi perché giuridicamente il provvedimento non è sostenibile, peraltro in contrasto con le indicazioni comunitarie", scrive Anief che annuncia la possibilità di uno sciopero, " anche per l'assenza di soluzioni immediate per sdoppiare le classi nel ritorno della didattica in presenza in sicurezza e nella mancata predisposizione di un piano straordinario di reclutamento in base ai nuovo organici individuati". 

Sulle modalità di rientro a scuola e sull'obbligo di green pass generalizzato all'intero personale scolastico anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil del comparto sono decisamente critici.

Di soli pochi giorni fa una nota unitaria molto dura: "La decisione di adottare il green pass per il personale scolastico, con relative sanzioni in caso di inadempienza, è stata assunta dal Governo in modo unilaterale, nonostante la Amministrazione Scolastica e Sindacati siano da tempo impegnati a trovare soluzioni utili per far ripartire la scuola in presenza. Anche per questa ragione, in una categoria già vaccinata al 90%, il provvedimento assunto sta alimentando forti tensioni, come spesso accade quando si assumono decisioni frettolose e radicali".

I sindacati della scuola insistono: basta "diktat", "la scuola non si riapre per decreto", serve il "confronto".

"Se certamente - proseguono - qualsiasi intervento da parte dell'Amministrazione sul rapporto di lavoro dei suoi dipendenti deve trovare un preliminare confronto con le parti sociali, al di là di un giudizio di merito sull'utilità e sulla legittimità della norma introdotta, ci si chiede ad esempio come tale obbligo si potrà estendere al personale precario, le cui prestazioni si richiedono nel giro di poche ore e più in generale come si intendono condurre gli accertamenti e le procedure sanzionatorie introdotte dal Governo" , scrivono i sindacati a proposito del Green pass.

Ma il certificato verde non esaurisce i problemi, visto che "restano irrisolti altri aspetti: non si decongestionano le classi sovraffollate adottando provvedimenti strutturali, non si tutela il personale scolastico scaricandogli ogni genere di incombenza (dal controllo degli accessi, alla sanificazione degli ambienti) senza introdurre alcun presidio sanitario per coordinare interventi e iniziative". Insomma "con un provvedimento sostanzialmente inefficace rispetto alla presenza a scuola di 8 milioni di studenti, si scaricano sui lavoratori tutte le conseguenze di scelte non fatte".

"Noi - ricordano i sindacati- avevamo invocato un provvedimento chiaro, che individuasse precisi adempimenti, ma anche responsabilità dirette in capo allo Stato e affidasse al negoziato fra le parti gli aspetti che riguardano la gestione del rapporto di lavoro. L'incursione del Governo complica il percorso verso possibili soluzioni condivise".

"L'altissima percentuale" del personale della scuola che "responsabilmente" si è sottoposto alla vaccinazione, "pone oggi le premesse per gestire senza inaccettabili forzature e tensioni, una situazione già affrontata allorquando non si disponeva del vaccino", affermano le sigle sindacali, confermando la propria "disponibilità a proseguire il confronto con l'Amministrazione per individuare soluzioni che tutelino la salute di tutti i lavoratori, a partire da quelli 'fragili' per i quali va eliminato ogni rischio di emarginazione ed esclusione dal mondo del lavoro, realizzando un sistema didattico - organizzativo che sia rispettoso delle norme sul distanziamento, provvedendo al decongestionamento delle classi sovraffollate attraverso lo sdoppiamento delle stesse in modo strutturale".

Nel frattempo, bisogna fare "chiarezza sulle indicazioni per il distanziamento in classe"; e occorre che "non si realizzi, con il taglio dell'organico aggiuntivo covid, nessun arretramento su misure di sicurezza per ragioni economiche e che sia immediatamente rimossa ogni reticenza da parte dell'Amministrazione nel fornire sia i dati relativi agli esiti del contagio in ambito scolastico, che l'esatto stato della campagna vaccinale".

"La sicurezza per decreto - concludono i sindacati - è in netta antitesi con l'efficace politica del confronto e della condivisione necessaria in epoca di pandemia. Alla vigilia di appuntamenti importanti per il Paese serve ricercare le soluzioni ai problemi attraverso il dialogo ed il confronto, azioni a cui il sindacato non si è mai sottratto. I diktat alimentano tensioni e ostilità anche nei contesti in cui come nella scuola si è già dimostrata altissima responsabilità e senso civico".

comments powered by Disqus