Viaggi / Volare

La ripartenza estiva dell'aeroporto di Verona con un rilancio da 68 milioni pensando alle Olimpiadi

Aumentano i voli e si punta sulla ripresa turistica estiva, mentre sta per partire il progetto di riqualifica e ampliamento del terminal partenze. Intanto la Provincia di Trento (comproprietaria) conferma che crede nel futuro dello scalo veneto

AZIONISTI Le quote acquistate dalla Provincia

 

TRENTO. L'aeroporto di Verona intensificherà via via l'attività in vista dell'estate e, mentre sono corso manovre fra i soci proprietari (compresa la Provincia di Trento), lo scalo scaligero prepara un restyling e potenziamento, anche in vista dei Giochi olimpici invernali 2026.

I voli giornalieri in programma nell'aeroporto di riferimento per i trentini oggi sono una quindicina, con destinazioni che vanno da Francoforte a Pantelleria, da Cagliari a Palermo.

Firmato intanto a Verona dal vicepresidente trentino Mario Tonina, l’atto con cui la Provincia di Trento si è vista riassegnare la quota di capitale posseduta in Aerogest, messa in liquidazione.

Una riassegnazione che, per quanto i valori, lascia l’amaro in bocca, visto il deprezzamento reale del valore della quota. “Volare”, cioè partecipare alla spa Aeroporto Valerio Catullo spa, alla Provincia non porta bene. In termini finanziari, almeno.

Dall’acquisto, infatti, il valore è passato da 22 a 13,7 euro per azione. Aerogest srl fu costituita nel 2014, per esercitare il controllo sulla spa che ha in gestione l’aeroporto di Verona-Villafranca: Provincia di Trento con il 30,266% del capitale, accanto a Camera di commercio di Verona (39,050%), Provincia di Verona (20,706%) e Comune di Verona (9,978%).

In aprile, la Provincia ha accettato la proposta di sciogliere Aerogest, per “governare” invece Catullo spa attraverso un patto di sindacato.

Alla fine, la Provincia si ritrova azionista diretta di Catullo con il 14,23% del capitale. La riassegnazione delle 336.195 azioni di Catullo spa riconosce un valore nominale di 22 euro. Ma sulla base dei dati contabili (bilancio di esercizio 2020) di Aerogest, le azioni assegnate dalla Provincia con l’atto firmato ieri, il valore effettivo è di 13,70 euro (per un valore complessivo di 4,605 milioni).

Un deprezzamento che sfiora il 40%. La Provincia continua però a credere in Catullo, tanto che nella recente manovra finanziaria ha posto 9,3 milioni di euro per partecipare ad un aumento di capitale: in parte per coprire le perdite pregresse, in parte (5,5 milioni) a supporto della prima tranche di un piano di investimenti da 68 milioni per ammodernare l’aeroporto gestito da Save spa (Enrico Marchi), socio privato di riferimento con il 41,65% del capitale.

«La Provincia di Trento» è il commento dell’assessore Tonina «prosegue il suo impegno condiviso con i soci pubblici, che dovrà portare, oltre che alla realizzazione degli investimenti concordati, anche ad una governance stabile del Catullo, in un proficuo rapporto tra pubblico e privato».

Proprio ieri, il cda di Catullo spa, ha approvato l’aggiudicazione dell’appalto da 68 milioni: il “Progetto Romeo” di riqualifica e ampliamento del terminal partenze, la cui superficie passerà dagli attuali 24.840 a 36.370 m2, a cui si aggiungerà la ristrutturazione di oltre 10 mila m2 di aree esistenti.

I lavori sono stati aggiudicati al raggruppamento formato da Itinera spa, Leonardo spa e Euroimpianti spa. L’intervento, che si concluderà entro il 2024, è stato reso possibile dall’aumento di capitale approvato dall’assemblea dei soci il 28 maggio.

Sono lavori ritenuti importanti anche in vista dei Giochi olimpici invernali 2026. Sono previste la riqualificazione architettonica della hall check-in e la realizzazione di nuove (passeranno da 9 a 13) sale d’imbarco.

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