Istruzione / La protesta

Maestre d’asilo in piazza contro l’apertura a luglio: «Denunceremo la Provincia»

La rabbia della Uil per l’assemblea negata: davanti al palazzo della giunta cartelli e bandiere: «comportamento antisindacale inaccettabile»

FOTO La protesta in piazza Dante
BISESTI Apriamo con convinzione per rispondere alle esigenze familiari

TRENTO. Piazza Dante gremita (nel rispetto dei distanziamenti) per la protesta del personale delle scuole materne e d’infanzia del Trentino contro la giunta Fugatti. Si trattava di una «assemblea aperta» della Uil, per protestare contro il diniego del permesso sindacale, che è stato negato al personale dalla Provincia. E ovviamente contro l’apertura prolungata a luglio delle scuole.

Si inasprisce ancora di più il confronto tra il personale delle materne e la giunta provinciale. E mentre i sindacati cercano unità e la Giunta tira dritto senza ascoltare nessuno, convinta della bontà dell'iniziativa, l'ultimo atto è la protesta.

La scintilla che ha fatto esplodere la protesta è la lettera del dirigente generale provinciale del Servizio istruzione Roberto Ceccato, secondo il quale l’assemblea sindacale non rispettava il «vigente Ccpl di comparto che prevede come la stessa debba svolgersi all'inizio o alla fine delle attività didattiche» e per questo la Provincia ha deciso di negare l'autorizzazione.

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Le maestre d'asilo in piazza

Le maestre d'asilo in piazza, protesta della Uil

«É un comportamento inaccettabile - ha detto oggi in piazza Marcella Tomasi, segretaria provinciale Uil Fpl Enti locali - e per questo denunceremo questa Giunta e questo Dipartimento all'istruzione per atteggiamento anti-sindacale».

All'assemblea sindacale di oggi in Piazza Dante, non hanno potuto infatti partecipare le insegnanti dipendenti provinciali perché non autorizzate a lasciare il posto di lavoro e, di conseguenza, a godere dei basilari diritti sindacali. «Così viene negato un diritto costituzionale a tutte le insegnanti provinciali, e questo avrà delle conseguenze: siamo pronti a denunciare la Provincia».

Questa settimana, dunque, si profila decisiva per due motivi: da una parte i tempi per organizzare qualsiasi cosa sono strettissimi, dall'altra le posizioni sono sempre più inconciliabili e per il prolungamento è necessaria una delibera provinciale.

Martedì si sono mobilitati con un presidio Flc Cgil, Cisl Scuola e Satos, ribadendo che «l'apertura di 11 mesi, imposta dalla Giunta senza alcun confronto con sindacati e personale, non è una soluzione ma un provvedimento a spot». E questo perché «confonde la scuola con un servizio conciliativo, perché non allarga il discorso a tutti i bambini, e infine perché non permette di scegliere tra asilo e attività di gioco».

Per cercare di trovare una soluzione che rimetta al centro i bambini, le loro esigenze, e quelle delle loro famiglie, si sono mossi Cgil Cisl e Uil,che chiedono alla Giunta provinciale «che tutti i servizi di conciliazione estivi per la fascia 3-14 siano accessibili ad un costo massimo di 50 euro al mese. Lo stesso importo che verrebbe chiesto alle famiglie per portare i propri figli alla scuola dell'infanzia estiva».

«Bisogna trovare soluzioni oltre gli spot, stanziando risorse adeguate e tutelando la libertà di scelta - sostengono i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti - Ci sono tredici milioni di euro disponibili sul capitolo famiglie e assegno unico che da maggio scorso giacciono non spesi, si possono utilizzare anche questi. Basta inserire il provvedimento nel disegno di legge della Giunta così come è stato fatto per l'apertura a luglio delle scuole dell'infanzia, nonostante la giusta contestazione dalle lavoratrici e dai lavoratori per le modalità con cui viene effettuata».

Riprendono i sindacati: «Il problema infatti non riguarda solo i bambini fino a 6 anni ed i loro genitori che sono i più penalizzati, visto che solo loro perdono il diritto ai buoni di servizio». Dopo aver bocciato l'emendamento di Segnana per stanziare 400 mila euro a sostegno dei servizi estivi, Cgil, Cisl e Uil auspicano un tavolo di confronto: «Quest'estate la Giunta ha scelto una via semplificatoria senza sbocchi. Da subito bisognerebbe invece aprire un tavolo serio di confronto con insegnanti, educatori, famiglie e sindacati per costruire soluzioni condivise che guardino al futuro». 

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