Terapie intensive, allarme in Trentino: il 53% dei posti per malati covid, solo in Umbria va peggio

Sale arrivando a livelli visti nel dicembre scorso il tasso di occupazione delle terapie intensive in Trentino: siamo al 53%, secondo gli ultimi dati diffusi da Agenas. Soltanto l'Umbria, con il 58%, presenta una percentuale più alta.

Il dato è in linea con quanto accade a livlelo nazionale: infatti continua a crescere di nuovo il peso della pandemia nelle terapie intensive. L'occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid torna a raggiungere, a livello nazionale, il 29% ovvero appena un punto sotto la soglia definita critica.

E sono ben 11 le regioni che la superano.

 È' quanto emerge dal monitoraggio realizzato dall'Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) aggiornato al 7 marzo, che mostra, rispetto ai dati del primo marzo, una crescita del 4% a livello nazionale e due regioni in più oltre soglia.

Le 11 regioni che superano il 30%, ovvero il livello definito 'critico' poiché una volta superato risulta difficile poter assistere ad altri pazienti non Covid, viene superato da: Abruzzo (40%), Emilia Romagna (37%), Friuli Venezia Giulia (33%), Lombardia (40%), Marche (42%), Molise (49%), PA di Bolzano (38%), PA di Trento (53%), Piemonte (32%), Toscana (34%), Umbria (58%). Per quanto riguarda invece i posti occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri di malattie infettive, pneumologia e medicina generale, la quota nazionale sale al 33%, ancora sotto la soglia critica del 40%, ma 3 punti percentuali in più rispetto ai dati del primo marzo. In questo caso, la soglia critica viene superata da 7 regioni, ovvero 2 in più rispetto a una settimana fa: Abruzzo (43%), Emilia Romagna (45%), Lombardia (44%), Marche (52%), Molise (43%), Piemonte (40%) e Umbria (50%).

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