Allarme scuole materne: tantissimi insegnanti malati di Covid, e non si trovano i sostituti

di Daniele Benfanti

È emergenza insegnanti nelle scuole dell’infanzia trentine. La spia d’allarme è stata accesa ieri pomeriggio nell’assemblea (online) della Federazione trentina delle scuole materne, che compie 70 anni. «Siamo in difficoltà nel reperire supplenti - ha sottolineato il presidente Giuliano Baldessari - a causa della ristrettezza degli elenchi. Le assenze di insegnanti per malattia da Covid e quarantene richieste per vicinanza a persone contagiate ha acuito il problema. Con i sindacati abbiamo stipulato un accordo per poter attingere anche tra i “senza titoli” ma non è la soluzione ottimale». Dalla riapertura delle scuole dell’infanzia, a metà 2020, si sono ammalate di coronavirus 139 insegnanti su 1.179 (poco più del 10%), 63 tra cuochi e operatori d’appoggio (su 629) e sono finiti in quarantena ventisei gruppi-sezione, con una media di quattro-cinque in contemporanea. Numeri gestibili, dunque, in un anno difficile e di rischio calcolato per poter mantenere in presenza l’educazione e la socialità dei più piccoli. La Federazione gestisce 134 scuole (un centinaio rappresentate ieri in assemblea) per un totale di 7.276 bambini (dato di gennaio 2021). I bambini di nazionalità diversa da quella italiana sono 918, il 12,6%, in rappresentanza di 57 nazionalità. Poi ci sono 22 nidi 0-3 anni, con 579 bambini, 186 educatori e coordinatori, 84 ausiliari e cuochi. Nella sua relazione il presidente Baldessari non ha rinunciato a rilevare la difficoltà di interlocuzione con la giunta e l’amministrazione provinciale, nell’ottenere risposte e nell’essere ascoltati tempestivamente. All’assessore provinciale Mirko Bisesti, intervenuto in videoconferenza, è stato chiesto un incontro a breve. Non è piaciuta, alla Federazione scuole materne, la fretta a riaprire le scuole dell’infanzia lo scorso giugno. Si pensava a una sperimentazione per una trentina di strutture, poi l’apertura è stata generalizzata. Bisesti ha annunciato che, nonostante i ritardi a livello europeo nella campagna di vaccinazione, gli educatori dei nidi e gli insegnanti di scuola dell’infanzia saranno i primi, nel mondo scolastico, a ricevere il vaccino. Preoccupazione, da parte di Piazza Dante, per la crisi demografica: «Amplieremo i bonus bebè e metteremo correttivi alle tariffe». Ma qualche presidente delle scuole di valle ha contestato che quest’anno sono state aumentate le tariffe per il prolungamento d’orario. Qualche scuola dell’infanzia ha rilevato iniziali ritardi nelle forniture di dispositivi di sicurezza anti-Covid e ritardi nei finanziamenti. Un anno di scuola dell’infanzia in èra Covid ha imposto un drastico limite alla socialità e alla convivialità. Si sono sperimentate le merende educative online, nuovi gruppi-sezione, più piccoli, e in primavera ed estate si punterà, nel rispetto delle normative, ad utilizzare parchi e piazze per attività all’aperto. In apertura di assemblea un messaggio dell’arcivescovo Lauro Tisi: «Grazie alle vostre scuole per i salti mortali e la creatività messa in campo per tenere aperto. La crisi sanitaria ed economica ricade sulle famiglie e anche sui bambini. Ma ci fa scoprire che la relazione è una necessità».

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