Fugatti risponde a Brigitte Bardot «Se ama gli orsi venga in Trentino Scoprirà che difendiamo la natura»

«Brigitte Bardot ama gli orsi? Bene, la invitiamo a venirci a trovare in Trentino: qui ne abbiamo tanti...»: così risponde il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, alla lettera aperta delle celebre attrice che, come anticipato ieri dall’Adige, chiede la liberazione dei tre animali rinchiusi nelr ecinto del Casteller.

«Anche noi - dice Fugatti - amiamo la natura e gli animali, tanto che il nostro territorio è un esempio internazionale da questo punto di vista. Non dimentichiamo tuttavia che gli orsi problematici annoverano ormai molte vittime tra gli animali che rappresentano il sostentamento dell’agricoltura e della zootecnia di montagna.

È proprio la logica di un migliore equilibrio che noi stiamo difendendo, consapevoli delle fatiche di chi ancora oggi cerca di resistere in montagna, presidiando e mantenendo vivo il territorio. Una fatica oggettivamente reale e concreta. Ben lontana dalla finzione cinematografica, dove la rappresentazione dei fatti può non rappresentare pienamente le problematiche più autentiche».

Bardot chiede anche di «lasciare in pace la femmina JJ4», su cui si è pronunciato con due ordinanze il Consiglio di Stato che, accogliendo i ricorsi degli animalisti, ha stabilito che l’orsa deve restare libera.

Il Tar di Trento, lo scorso ottobre, aveva invece rigettato il ricorso per la sospensiva dell’ordinanza di cattura e reclusione a vita per il plantigrado, adottata dalla Provincia di Trento dopo un incontro ravvicinato dell’animale con due persone, avvenuto nel giugno scorso sul monte Peller.

In seguito alla decisione del Consiglio di Stato, Fugatti ha dichiarato «da questo momento cessano le responsabilità della Provincia in caso di esiti sgradevoli o pericolosi a seguito di ulteriori incontri con l’orsa. Il provvedimento che avevamo adottato andava secondo noi nella direzione di tutelare i nostri concittadini. Adesso nessuno dica che sono della Provincia le responsabilità per quanto potrà accadere in futuro».

Festeggiano, invece, le associazioni animaliste: «Con il pronunciamento di oggi il Consiglio di Stato riconosce all’orsa JJ4 un vero diritto di natura, vale a dire quello alla libertà e alla pratica dei ritmi naturali che le spettano, a lei come agli altri orsi italiani, nella fase delicatissima del letargo, che costituisce una prova cruciale per la sopravvivenza della specie», scrivono Enpa e Oipa. «Vengono finalmente ristabilite e applicate le normative e, soprattutto, prevalgono le ragioni della scienza e del buon senso», dichiara Patrizia Fantilli, direttore ufficio legale del Wwf Italia.

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