Finanza, nuovo colpo alla 'ndrangheta in Trentino Sequestrati beni per altri due milioni Ci sono 5 immobili, 3 ditte e un'auto

La guardia di finanza di Trento ha sequestrato ulteriori beni del valore di 2 milioni di euro circa nell’ambito dell’indagine «Perfido», condotta con il Ros di Trento e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Trento, relativa alla presenza di una locale di ‘Ndrangheta in provincia attiva in particolare nel settore dell’estrazione del porfido e che aveva portato poche settimane fa all’arresto di 18 persone.

Nello specifico, come illustrato stamane nel corso di una conferenza stampa, si tratta di una ditta individuale con sede in provincia di Trento specializzata in costruzioni, due società con sede a Roma riconducibili all’indagato Alessandro Schina, cinque immobili e un terreno, dei quali quattro a Lona Lases, e un immobile ad Albiano risultato invece nelle disponibilità di Domenico Ambrogio, fra gli arrestati nell’ambito dell’operazione il 15 ottobre scorso.

A questo si aggiunge un’autovettura e quattro conti correnti. I beni sono stati oggetto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca «per sproporzione» e si vanno ad aggiungere anche i beni già precedentemente congelati con il provvedimento emesso contestualmente all’ordinanza di custodia cautelare che aveva portato agli arresti.

Ad oggi, grazie all’effetto combinato dei due provvedimenti, sono stati sottratti alla disponibilità degli indagati beni per un valore di circa 8 milioni di euro.

Nella giornata odierna si sta inoltre svolgendo un incidente probatorio all’interno della caserma dei carabinieri di Trento che servirà ad acquisire tutto il materiale utile, in particolare documentale, in possesso degli indagati. Risulta inoltre che tra gli indagati a piede libero vi è anche il generale dell’esercito Dario Buffa: originario della Valsugana, il generale, secondo l’accusa, avrebbe preso informazioni da alcune sue fonti confidenziali relativamente allo sviluppo delle indagini riguardanti l’imprenditore Domenico Morello.

Nell'ambito dell'inchiesta un avviso di «accertamenti tecnici non ripetibili» è stato inviato dalla procura a 29 indagati dell'inchiesta "Perfido", alcuni dei quali mai emersi finora.

«Nei prossimi mesi intensificheremo sempre di più le azioni di prevenzione e contrasto relative alle infiltrazioni e al riciclaggio di proventi illeciti nelle filiere produttive e nei servizi essenziali, anche e soprattutto in quei settori che stanno registrando perdite significative». A dirlo il generale Ivano Maccani, comandante regionale della Guardia di Finanza del Trentino - Alto Adige, nel corso della conferenza stampa sugli ultimi esiti investigativi legati all’operazione Perfido.

«Un’ulteriore priorità investigativa riguarderà i controlli sull’utilizzo dei fondi dell’Unione europea per la ripresa covid. Vogliamo che quelle somme vadano nelle tasche di chi ha davvero bisogno e non di falsi poveri», ha aggiunto il generale.

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