Si ritrova a 40 anni senza un'identità

Niente atto di nascita, la vicenda in Tribunale

di Flavia Pedrini

Niente atto di nascita. Nessuna iscrizione all'anagrafe. Quando è nata, oltre quarant'anni fa, i suoi genitori giravano l'Europa in roulotte come ambulanti e si trovavano in condizioni economiche e sociali molto disagiate. Di fronte all'impossibilità di prendersi cura della bambina e di poterla accudire in modo adeguato, vista l'assenza di mezzi di sostentamento, l'avevano affidata ad una zia che viveva in Germania. Il filo di quel legame spezzato si è ricomposto solo qualche anno fa, quando la donna ha scoperto l'identità dei genitori, ma senza un formale riconoscimento di paternità e maternità e in assenza dell'atto di nascita la donna vive come un'apolide, sconosciuta anche allo Stato italiano.

Per questo, insieme alla mamma, si è rivolta all'avvocato Giuliano Valer, che ha predisposto con urgenza un atto di citazione sia per chiedere al Tribunale di omologare la dichiarazione di riconoscimento resa dalla madre, che per procedere all'accertamento della paternità nei confronti del padre biologico, attuale marito della donna. A quel punto, sarà finalmente possibile ordinare all'Ufficio di stato civile competente di annotare la sentenza nell'atto di nascita della ricorrente.

La vicenda, come detto, affonda le radici negli anni Ottanta, quando la coppia - che molti anni dopo si è sposata - ha avuto una figlia. All'epoca vivevano in condizioni precarie e in uno stato di forte indigenza e disagio sociale. La roulotte era la loro casa e l'attività di ambulanti li portava in tutta Europa. Ma in quelle condizioni erano convinti di non potere crescere in modo adeguato una bambina, visto che non avevano i benché minimi mezzi di sussistenza: per questo la piccola era stata affidata ad una zia, sorella del padre (poi deceduta), che l'ha cresciuta fino alla maggiore età, vivendo con lei in Germania.

Ormai adulta, la donna ha poi scoperto la vera identità dei genitori naturali. La mamma è andata da lei in Germania e un test genetico ha confermato - anche da un punto di vista scientifico - che erano madre e figlia. Il desiderio della mamma di riconoscere ufficialmente la figlia in via amministrativa è stato però bloccato dall'incertezza sul luogo preciso in cui avvenne la nascita della bimba, visto che la coppia era sempre in viaggio: ma la donna è certa che successe in regione. A quel punto, in accordo con la figlia, ha deciso di rivolgersi all'avvocato Valer, che sta predisponendo con urgenza un provvedimento per chiedere di procedere all'accertamento di paternità e di maternità. Un passaggio che consentirebbe finalmente alla donna di vedere riconosciuto il suo status di figlia naturale e, dunque, di beneficiare anche di tutti i diritti di un figlio legittimo della coppia. 

Per questo il legale chiederà al Tribunale di Trento di ritenere valido il riconoscimento già operato dalla mamma, anche a fronte del test genetico già effettuato e di provvedere all'accertamento di paternità nei confronti del padre biologico, l'attuale marito della madre (l'uomo non ha ancora riconosciuto la figlia). In questo modo la donna, oggi quarantenne, potrà finalmente vedere riconosciuta la sua identità, anche all'anagrafe.

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