Su corsa e bici Trentino più restrittivo per scongiurare la ripresa dei contagi Fase 2: tutto quello che si può fare

di Matteo Lunelli

Un aspetto deve essere chiaro a tutti: lo scopo di questa “fase 2” è quello di evitare che il contagio si diffonda. Il Coronavirus c’è ancora e non è sconfitto, quindi nonostante i 60 giorni di “clausura”, nonostante la voglia di rivedere le persone e di fare una sana sudata in bici o di corsa, non bisogna dimenticare che tutte le nuove regole, seppur leggermente meno restrittive, hanno l’obiettivo principale di contenere la diffusione. Ecco perché, letta l’ordinanza firmata da Maurizio Fugatti, più che chiedersi “ma se io...” su ogni singolo punto, bisogna pensare che i contagi non sono ancora azzerati.

Le domande, tuttavia, restano: da sabato pomeriggio, soprattutto online, è partita la gara all’interpretazione. E, chiariamolo subito, l’ordinanza trentina è leggermente più restrittiva rispetto a quella nazionale e a quella altoatesina. Soprattutto sul punto che riguarda camminate, jogging e pedalate in bici. Prendere la macchina, andare in montagna e da lì iniziare una passeggiata non si può. Così come prendere l’autobus, scendere e a quel punto iniziare la corsetta è vietato.

Spiega l’ingegnere Raffaele De Col: «Si può andare a correre e camminare partendo o da casa propria o dal proprio posto di lavoro. L’idea è una persona non parta da Trento in auto, vada alle Viote e a quel punto si conceda il giretto. E questo perché alla base di tutto vuole esserci lo stop alla diffusione del contagio».

Su una domanda il numero uno della Protezione civile trentina non si sente di dare un no definitivo. Poniamo un esempio pratico: un lavoratore parte da Pergine, lascia la macchina a Civezzano e si reca al lavoro a piedi a Trento. «Diciamo che questa eventualità, ovvero di percorrere la tratta casa-lavoro metà in macchina e metà a piedi, non è precisata. Posso dire che farlo non va in opposizione all’ordinanza».

In ogni caso si tratta veramente di sottigliezze, ma siccome le domande sono tante, proseguiamo nella casistica. Visti i venticinque gradi di ieri, non ci sarebbe stato nulla di meglio di un bel gelato durante la passeggiata.
«Però non è permesso: il gelato può essere preso ma deve essere da asporto, quindi ritirato e consumato a casa, non su una panchina o mentre si cammina», precisa ancora De Col.

Dai peccati di gola del gelato allo sport. La parola “circoli” dell’ordinanza ha fatto venire in mente a tutti il tennis. Ma il tennis non è uno sport individuale, perché al di là della rete, seppur a distanza di sicurezza, un compagno deve esserci. «Allenarsi da soli nel circolo è possibile. Si prova qualche battuta o qualche colpo, magari aiutandosi con un carrello di palline. Ma la partita uno contro uno no. C’è volendo un’eccezione: un minore può fare allenamento con un istruttore. L’istruttore, considerato un lavoratore, dovrà prendersi la responsabilità e indossare guanti e mascherina, ma potrà allenare un bambino o ragazzo dall’altra parte della rete».

Fermo restando che il bambino dovrà arrivare al campo o a piedi o in bicicletta, perché gli spostamenti in auto per fare attività sportiva non sono consentiti. Per essere chiari: papà e figlio di 10 anni, pur non avendo obblighi di distanziamento e di mascherina perché componenti del medesimo nucleo familiare, non possono fare una partita a tennis. Invece la lezione privata tra un allievo minorenne e un istruttore è possibile.

Altra questione, ovvero l’autocertificazione. «Il presidente Fugatti non ha indicato la necessità dell’autocertificazione per l’attività sportiva, perché vale il concetto che si parte da casa propria. Resta valida, invece, per gli spostamenti motivati dalle tre cause in vigore da marzo: lavoro, necessità sanitarie e spesa».

Infine una considerazione: tra la miriade di domande, richieste di precisazione, possibili “raggiri delle regole”, gli unici a non avere voce sono i bambini. Per loro, per gli under 10 indicativamente, nelle varie ordinanze nazionali e locali, non c’è alcun segnale.

In quella provinciale la parola “bambini” compare in tre occasioni: per dire che quelli sopra i 6 anni devono usare le mascherine, per definire i negozi con i vestiti per i più piccoli e per sancire che “le aree attrezzate per il gioco dei bambini sono chiuse”. Insomma, per loro nessun tipo di apertura ma a breve sarà necessario porsi seriamente la questione e dare risposte anche alle loro esigenze.

COSA SI PUO' FARE DA OGGI IN TRENTINO

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