Rsa, 500 in lista d'attesa No alle visite dei parenti Ruscitti: "Test inaffidabili"

Ci sono circa 500 persone in attesa di entrare nelle Rsa in Trentino e che hanno altre patologie.
“Tutti – ha detto oggi Giancarlo Ruscitti, dirigente del Dipartimento salute della Provincia, sentito in seconda commissione del consiglio provinciale che sta esaminando il disegno di legge con le misure economiche per l’emergenza Covid – saranno sottoposti ad un tampone e ad un periodo di osservazione di 10-25 giorni prima di essere assegnati alla Rsa”.

A una domanda del consigliere Alex Marini circa la possibilità per i parenti di avere contatti con gli ospiti delle Rsa in condizioni di sicurezza, Ruscitti ha risposto che per il momento sono possibili solo videochiamate e telefonate e che comunque sono i direttori sanitari a stabilire quando sarà possibile il contatto fisico e in quali condizioni.

Ruscitti, parlando poi dei rischi di una ripresa dei contagi con la Fase 2, ha tenuto a precisare che l’aver collocato il Trentino come ha fatto nei giorni scorsi la Fondazione Gimbe tra i territori più a rischio in Italia per la possibilità di diffusione del virus in presenza di una riapertura delle attività, è una “interpretazione autonoma” che non corrisponde ai dati reali rilevati nella nostra provincia.

Nel Trentino, ha proseguito Ruscitti, le persone risultate positive sono meno del 3 per cento dei tamponati. “In proporzione – ha sottolineato – abbiamo lo stesso numero di persone sottoposte a tampone della Regione Veneto”.

“Il numero di tamponi effettuati nella nostra provincia è inversamente proporzionale alla quantità di casi risultati positivi al Covid-19”. E la quantità di tamponati nel Trentino è, ha aggiunto, tra le più alte del Paese. “In rapporto ai tamponi – ha osservato – nel Trentino risulta il minor tasso di casi positivi e il maggior numero di guariti”.

“Questo non significa – ha precisato il dirigente – che l’avvio della fase 2 non sia foriero di pericoli come ripetono scienziati e ricercatori. Ma le precauzioni adottate e le indagini con tampone ci consentono a una sorveglianza attenta per capire se vi sarà una recrudescenza del virus”.

Per questo in Trentino sono già stati attivati dei gruppi di lavoro sul Covid che operano d’intesa con i datori del lavoro e con i sindacati. In tutti i luoghi di aggregazione, di lavoro e non – ha ribadito – va mantenuta la distanza. Ruscitti ha poi ricordato che il numero di ricoverati nelle terapie intensive è sensibilmente calato e che stanno guarendo molti anziani nelle Rsa. Segno che le misure adottate dall’Apss in collaborazione con tutti gli enti interessati stanno dando frutto. Ruscitti ha anche segnalato il bisogno di evitare il rischio di contagio nei nuclei familiari e la difficoltà di di identificare i soggetti asintomatici.

Domani – ha annunciato – partirà una campagna di screening che prevede 2000 tamponi nei servizi socio-sanitari e affini, per evitare commistioni tra persone asintomatiche e altre suscettibili al virus.

Ruscitti ha tenuto infine a smentire l’attendibilità scientifica dei test sierologici, che permettono di verificare l’esistenza di asintomatici ma non garantiscono affatto circa l’immunità. Il test sierologico acquistato dal governo è sperimentale e ha un valore qualitativo, non quantitativo, permettendo di verificare la presenza di Igc, cioè della memoria di contatto con il virus. Ma questo non significa affatto che la persona sia immune. I test non hanno alcun valore scientifico e possono, anzi, indurrre una pericolosa falsa sicurezza di essere immuni dal virus.
In ogni caso l’Azienda sanitaria da 10 giorni ha iniziato a sottoporre ai test sierologici i propri operatori più esposti. Ruscitti ha ricordato la decisione della Provincia di mantenere l’ospedale di Rovereto come struttura preferenziale per il trattamento dei casi Covid.
Tutti i reparti sono stati calibrati per questo.

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