Coronavirus: Trentino in attesa della tempesta L'Azienda sanitaria prevede un'ondata negativa e in tutti i 7 ospedali cessa ogni attività programmata

di Marica Viganò

Sale a otto il numero dei morti per coronavirus in Trentino. L’ultima vittima è un anziano di Arco ospite della casa di riposo di Bezzecca.

Cala la curva dei contagi: i nuovi casi sono 62, a fronte dei 117 del giorno precedente. L’Azienda sanitaria provinciale tuttavia frena facili entusiasmi. «Ci aspettiamo giornate difficili. Stiamo purtroppo attendendo l’ondata negativa dell’ultimo week-end libero, i cui effetti li vedremo probabilmente in questo fine settimana - evidenzia il direttore generale Paolo Bordon - L’invito è di rimanere a casa: chi seguirà questo consiglio porterà vantaggi a medio e lungo termine a tutta la comunità. Il virus si alimenta con la circolazione delle persone». Stesso concetto espresso dal presidente delle Provincia Maurizio Fugatti: «Il picco deve e ancora arrivare, lo dicono gli studi effettuati dalla nostra parte scientifica. Nei prossimi giorni aumenteranno i contagi e purtroppo aumenterà il numero dei decessi. Tutte le persone devono rispettare le regole, devono restare a casa».

Oggi parte la riorganizzazione sanitaria: cessano in tutti gli ospedali della provincia, Santa Chiara compreso, le attività programmate; garantite solo le attività di urgenza ed emergenza. L’obiettivo è di essere pronti ad affrontare - con nuovi spazi, strumenti e maggiori energie - i nuovi contagi.

È un’accelerazione rispetto al piano previsto. Il direttore dell’Azienda sanitaria Paolo Bordon ha presentato la riorganizzazione sanitaria che riguarderà i sette ospedali della rete provinciale. Si parte oggi. «Si passa dalla fase 3 a quella che prevede per tutte le strutture, compreso il Santa Chiara, la cessazione di ogni attività programmata - ha spiegato - Verrà garantita solo l’attività di urgenza ed emergenza, ossia le prestazioni relative ai punti nascita, chirurgia d’urgenza, salvavita, traumatologia. Facciamo questo per attrezzare nuovi posti per anestesia e rianimazione anche negli ospedali di valle. Qualora esplodesse una richiesta di questo tipo di assistenza dobbiamo farci trovare pronti». Qualche numero per comprendere come si sta organizzando la “macchina sanitaria” trentina. I posti letto per gestire i pazienti del coronavirus a tutti i livelli - dalla terapia intensiva agli infettivi - sono 316, quelli ad oggi utilizzati sono 101. «Stiamo usando un terzo della nostra forza, ma abbiamo il dovere di prepararci a scenari peggiori, che purtroppo ci porteranno a contare vittime - ha proseguito - Al momento i respiratori sono sufficienti. Abbiamo fatto un approvvigionamento a fine gennaio, investendo oltre 600mila euro. Speriamo che entro il fine settimana ne arrivino altri. Al momento quelli che abbiamo sono a Trento e Rovereto, ma anche ad Arco dove su 18 ne stiamo utilizzando 6-7».

In merito alla sicurezza del personale sanitario, il dottor Antonio Ferro del Dipartimento prevenzione dell’Azienda sanitaria ha evidenziato che al momento non si hanno casi di positività al coronavirus fra gli operatori. «Ritengo tuttavia che potranno esserci casi nei prossimi giorni. Il rischio in questo momento è maggiore fuori senza dispositivi, rispetto a chi lavora con dispositivi di protezione e secondo le procedure».

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