Punti nascita, i sindacati: sicurezza prima di tutto

«Per i punti nascita al primo posto deve esserci la sicurezza di mamma e bambino». Lo ribadiscono i sindacati Cgil Cisl e e Uil del Trentino in vista della riapertura di quello di Cavalese.

«La questione non può essere il mantenimento fine a se stesso di un punto nascita. Sappiamo che questo è un tema sensibile, ma l’obiettivo deve essere la capacità di assicurare nell’ambito di ogni presidio sanitario i massimi livelli di qualità e sicurezza nell’assistenza e nelle cure offerte alle future mamme e ai nascituri», scrivono in una nota i tre segretari provinciali Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti. «Un punto fermo da cui non può derogare nessuna decisione politica. Per questa ragione ci associamo alle preoccupazioni espresse in questi giorni sia dall’Ordine dei medici sia dagli infermieri».

«Il Trentino - aggiungono - non ha certo bisogno di punti nascita nominali, ma di strutture d’eccellenza che richiedono il rispetto di standard precisi e su questo versante servono risposte rassicuranti da parte della Giunta Fugatti. Non è infatti un caso se in Alto Adige hanno deciso di chiudere punti nascita di qualità riconosciuta anche fuori dai confini provinciali perchè non rispettavano quegli standard».

Per i sindacati, inoltre, occorre «strutturare nelle valli dei percorsi nascita completi, in grado di affiancare con figure professionali le donne in gravidanza e dopo il parto». «Il Trentino non può permettersi servizi sanitari di serie B per gli abitanti delle valli creando disparità tra territori quando una più forte integrazione tra centro e periferia può invece contribuire anche ad un più solido radicamento dei cittadini nelle proprie comunità».

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