Folgaria: l'assassino, vittima dell'alcool

Un paese blindato, chiuso con i nastri biancorossi dei vigili del fuoco e dei carabinieri. Costa, ieri sera, era inaccessibile, un paese militarizzato. Anche per gli abitanti, che hanno trovato le strade di casa - la principale via Maffei, che poi è la statale 350 per Vicenza, e le viuzze secondarie - sbarrate per ragioni di sicurezza.

Perché la tragedia che si è consumata tra le mura domestiche, che dovrebbero essere il posto più sicuro coccolato dagli affetti familiari, poteva avere sviluppi devastanti, addirittura sfociare in strage.

Massimo Toller, 60 anni, dopo aver freddato il figlio della moglie Alessandro Pighetti, si era infatti barricato al secondo piano del villino, prima di suicidarsi.

L’uomo, con problemi di disagio sociale, custodiva nei propri armadi altre armi, quante nessuno lo sa. Tutte detenute illegalmente.

In passato Toller aveva fatto il camionista, tanti anni alla guida dei Tir. Ma il vizio del bere lo aveva rovinato: gli era stata ritirata la patente più volte, ed alla fine aveva perso il lavoro: ultimamente era occupano nei lavori «socialmente utili», con l’Azione 19.

L’alcol lo portava anche a comportamenti eccessivi, anche in casa. Quei dissapori, i litigi e le urla che a Costa sentivano tutti, però, alla fine hanno avuto l’epilogo peggiore. Toller, al culmine dell’ennesima sfuriata, ieri sera ha puntato la pistola contro il figliastro. Che è riuscito a disarmarlo e consegnare la Luger alla mamma (Renata Pighetti) che l’ha portata in macchina con sé. Ed è lì, nel cruscotto della sua Fiesta, che è stata recuperata dai carabinieri.

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