Schianto Cessna, testimoni: «Un colpo forte e poi silenzio»

di Marica Viganò

Un colpo forte, poi il silenzio. «Il rumore del motore non si sentiva più: abbiamo capito che l’aereo che poco prima sorvolava la valle era caduto. Ci siamo precipitati nella zona per verificare cosa fosse accaduto e ci siamo trovati davanti ad un ammasso di lamiere». Parlano i due escursionisti che hanno dato l’allarme pochi minuti dopo lo schianto del Cessna 152 contro gli alberi e le rocce nei pressi del Monte Croce, tra il Pinetano e l’alta valle dei Mocheni, a quota 2.100. L’incidente, accaduto attorno alle 10.30 di sabato, è costato la vita al pilota Riccardo Avi, 69 anni, altoatesino di origine e residente nel Trevigiano, istruttore dell’Aeroclub di Bolzano; salva per miracolo l’allieva, Tanja Kofler, trentenne di Lana. Testimoni dell’accaduto - ieri sentiti a lungo nella caserma dei carabinieri di Baselga di Piné - sono un uomo ed una donna della zona, che sabato mattina erano partiti da casa per raggiungere il Monte Croce. «Abbiamo visto l’aereo risalire la valle a bassa quota, poi effettuare una virata strana, quindi ridiscendere la valle sempre a bassa quota. Non perdeva fumo, né sembrava in difficoltà. Ho pensato che stesse facendo delle evoluzioni. Poco dopo abbiamo avvertito un colpo. Dopo il botto, il rumore del motore non si sentiva più - spiega la donna - abbiamo capito che era successo qualcosa e siamo corsi sul posto».

Agghiacciante la scena che si è presentata ai loro occhi. La donna, volontaria della Croce Rossa, ha cercato di fare una prima valutazione per poi chiamare il numero di emergenza «112» e dare indicazioni il più precise possibile. «L’aereo aveva un’ala spezzata. Da quella parte era riverso il pilota. Non rispondeva. Non c’era più nulla da fare per lui - spiega - La ragazza era rannicchiata sotto l’altra ala. Tremava. Le ho chiesto come si chiama, mi ha risposto flebilmente, dicendo anche che erano partiti da Bolzano. Era ferita. Le ho tenuto la mano e sono stata vicino a lei, cercando di tranquillizzarla». Nel frattempo l’uomo si era portato in una zona aperta per riferire ai soccorritori le coordinate precise del luogo, individuate grazie all’orologio con Gps che indossava.

La coppia di escursionisti ha segnalato ai soccorritori il pericolo: il velivolo stava perdendo parecchio carburante. «All’inizio ho avuto paura ad avvicinarmi perché si vedeva scendere copioso il carburante nella parte in cui era riverso l’uomo. C’era pericolo di scoppio. Ma c’era la ragazza ferita: bisognava intervenire subito». I soccorsi sono stati rapidi grazie alla precisione con cui gli escursionisti hanno indicato il luogo dell’incidente e descritto la situazione. Sono arrivati sul posto il Pelikan 1 decollato da Bolzano e l’elicottero del soccorso di Trento, oltre ai vigili del fuoco, gli esperti del Saf del corpo permanente e il soccorso alpino.

Ieri si è tenuto un altro lungo sopralluogo dei carabinieri della compagnia di Borgo e dell’ingegnere aeronautico di Ansv, l’agenzia nazionale per la sicurezza del volo, nel punto in cui si è schiantato il Cessna 152. Alle verifiche dei militari, coordinati dalla procura di Trento, si affiancano gli accertamenti dell’Enac, l’ente nazionale per l’aviazione civile. Non sarebbero stati acquisiti elementi oggettivi che possano collegare la caduta del Cessna con un guasto tecnico. «Il motore funzionava ma l’aereo ha iniziato a perdere quota» aveva raccontato ai soccorritori la giovane sopravvissuta allo schianto, sotto shock. Tra le ipotesi al vaglio degli investigatori c’è un improvviso calo di potenza dell’aereo, ma allo stato attuale delle indagini non viene escluso neppure il malore. L’autopsia, che sarà effettuata oggi, chiarirà se l’istruttore si sia sentito improvvisamente male o se sia stato un problema tecnico a causare lo schianto del Cessna.

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