Assistenti familiari, +67% Più iscrizioni al Registro

Solo il 24% del personale è italiano

In soli due anni il numero di iscritti al Registro delle assistenti familiari è aumentato del 67%: se nel 2015 erano 359, nel 2016 sono passati a 485 per raggiungere quota 599 nel 2017. Va ricordato che questo strumento per il censimento delle persone che si dedicano all’attività di cura familiare è stato istituito nel 2014 con deliberazione provinciale. L’obiettivo del Registro è quello di far incontrare «domanda» ed «offerta qualificata» nel settore dei servizi di cura e assistenza alla persona.


Dal rapporto aggiornato al 31 dicembre 2017 risulta che gli assistenti familiari sono per lo più di sesso femminile (il 94,2% è donna). Questa tendenza è rimasta immutata dal 2015 ad oggi. Invariato anche il trend che descrive il range di età: i lavoratori iscritti al Registro hanno tra i 38 ed i 67 anni (88% del totale). Tant’è che nel 2017 i nati tra il 1960 ed il 1970 sono il 36,7% degli iscritti, mentre i nati tra il 1950 ed il 1960 raggiungono il 27,2%.


La categoria degli assistenti familiari è per lo più rappresentata da persone di origine straniera «non comunitaria» (40%) ed europea non italiana (36,5%). In minima parte sono lavoratori italiani (23,9%). Rispetto al 2015, nel 2017 si è osservato un aumento di iscritti non comunitari (dal 37% al 40%) e un calo degli stranieri europei non italiani (dal 43% al 36,5%). Emerge, inoltre, che attualmente i lavoratori europei non italiani che prestano cure e servizi di assistenza alla persona sono in gran parte rumeni (66%). Seguono persone di origine bulgara (21%) e polacca (11,4%).


L’adesione al Registro degli assistenti familiari è su base volontaria, ma può avvenire solo mediante precisi requisiti d’accesso (titolo di studio sanitario o socio-sanitario, corso formativo nazionale di 60 ore con rilascio di un attestato, attività lavorativa di almeno 480 ore documentabile nell’ultimo triennio nel settore). Se nel 2015 la quasi totalità degli iscritti (97%) accedeva al Registro grazie all’attività lavorativa certificata pregressa, nel 2017 questa percentuale è calata al 78%. Cresce la fetta di assistenti familiari (18%) che dichiarano di aver frequentato il corso formativo, oppure che sono in possesso di un titolo di studio (4%).

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