Aiuto contro la povertà Già 400 le domande

Reddito di inclusione, in Trentino finora sono 400 le domande arrivate all'Apapi, l'Agenzia per la previdenza e l'assistenza della Provincia. I dati, forniti ieri a margine del Consiglio provinciale dall'assessore al lavoro, Alessandro Olivi, fanno stimare in circa 2.000 entro fine anno le domande complessive che l'Apapi si attende. In provincia, come è noto, il Reddito di inclusione, abbreviato come Rei, è compatibile anche se non cumulabile con l'ex reddito di garanzia, ora assorbito come misura di sostegno anti-povertà nel nuovo assegno unico. Nel senso che in Trentino chi fa domanda per il reddito di garanzia, può poi farlo contestualmente anche per il Rei, che viene ricevuto assieme al reddito di garanzia, con un importo da cui viene detratto l'assegno provinciale.

Ma anche sull'assegno unico ieri nel question time Olivi, sollecitato da una interrogazione di Claudio Cia di Agire ha messo in chiaro gli effetti della riforma e spiegato che i primi pagamenti, in ritardo a causa di alcuni problemi tecnici, arriveranno a partire «dal 22 della prossima settimana in riferimento all'assegno di gennaio, mentre per i mesi successivi il versamento avverrà a inizio del mese». Più nel dettaglio, l'interrogazione chiedeva di sapere quante famiglie si sono viste negare l'assegno regionale al nucleo famigliare a seguito dell'istituzione dell'assegno unico. Infatti, se prima l'assegno veniva calcolato sulla base di una tabella reddituale del nucleo familiare, ora a determinarne il diritto è l'indicatore Icef.

Olivi nella risposta a Cia ha ricordato che l'assegno regionale non era calcolato con un indicatore diverso dall'Icef, perché l'Icef veniva trasformato attraverso una tabella in un dato equivalente in euro, secondo un sistema a scaglioni di reddito. La differenza di importi tra l'assegno regionale e l'assegno unico non è pertanto riferibile all'Icef ma alla modifica degli elementi che determinano la composizione del nucleo familiare, oppure alle modifiche delle regole con cui si determina l'importo dell'assegno. In ogni caso il numero delle domande presentate in passato per l'assegno regionale è sovrapponibile a quello delle domande per l'assegno unico. In sostanza, in base ad una stima, ad oggi su circa 33.000 famiglie con figli che alla fine dell'anno accederanno all'assegno unico, ne potrebbero risultare escluse un centinaio perché superano lo 0,30. «Si tratta di famiglie che avevano un assegno unico piuttosto basso proprio perché l'Icef era vicino al limite già in precedenza e che ricevevano quindi 40 euro al mese. Ma quel che conta - afferma ancora Olivi - è che ad entrare nel sistema vi saranno circa 4.300 nuove famiglie che prima non avevano condizioni per beneficiarne.

Di queste, spiega Olivi, «circa 3.000 sono quelle che avevano un figlio con 7 anni di età e che con la versione precedente, avrebbero visto smettere l'arrivo dell'assegno, mentre ora la copertura va fino ai 18 anni anche per il primogenito». Le altre 1.500 famiglie circa sono invece quelle che prima non rientravano a causa del limite Icef più basso e che ora invece possono accedere all'assegno.

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