Addio a Paolo Pasqualini Il «re» di Santa Maria

Il suo regno era il campetto in terra battuta di Santa Maria Maggiore. Lì, da ragazzino, trascorreva giornate intere a giocare a calcio con i fratelli Marco e Luciano e i compagni della Topolino, società che si occupava soltanto del settore giovanile e che, negli anni ‘50, fu una delle più floride scuole calcio della provincia.

Nella bella stagione il pallone, nella brutta il tennis tavolo, in cui arrivò a diventare campione regionale. Poi, sempre assieme ai fratelli, passò dall’altra parte della barricata, diventando allenatore e dirigente della gloriosa Virtus Trento. Ma sempre su quel campetto rimase, di giorno per svezzare intere generazioni di nuovi calciatori e d’inverno pure di notte per bagnare il campo e trasformarlo in una pista di pattinaggio su ghiaccio.

Giovedì l’esperienza terrena di Paolo Pasqualini si è conclusa. Sposatosi, si trasferì a vivere con la famiglia a Zell di Cognola ma la base operativa restò sempre Santa Maria dove sono cresciuti anche i figli Lorenzo, Germano e Maurizio cui Paolo ha trasmesso la passione per il calcio e il valore dell’impegno verso gli altri. Uomo positivo, sempre sorridente, non amava ruoli di primo piano ma della Virtus era pilastro insostituibile, dirigente instancabile. Amava spendersi per i più piccoli.

Per i suoi Pulcini ideò il campeggio a Calambrone, una sorta di ritiro estivo cui, nel corso degli anni, hanno partecipato centinaia di virtussini. Gli stessi che poi erano protagonisti della Coppa Biasior, uno dei tornei con maggior storia in tutta la provincia. Da lì sono passati i migliori prodotti dei vivai calcistici del Trentino. Ma per Paolo Pasqualini il risultato agonistico veniva in secondo piano, l’importante era che tutti i ragazzini, a fine manifestazione, tornassero a casa con un premio.
Quei mini calciatori ora hanno i capelli bianchi. E tanti di loro domani mattina saranno presenti alle 10 alla chiesa di Cognola per salutarlo per l’ultima volta. Per Paolo sarà il riconoscimento più bello.

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