Dal 1 gennaio nuova legge: sacchetti bio per la frutta Pagamento a carico dei clienti, tra i 2 e i 5 cent l'uno

Il fine della normativa è senza dubbio nobile: favorire l'utilizzo quotidiano di prodotti biodegradabili e compostabili e al contempo ridurre quello della plastica. Ma la novità rappresenta anche una nota dolente per tutti i consumatori, che dovranno mettere mano al portafogli.

Dall'1 gennaio 2018, infatti, tutti i sacchetti che si usano nei supermercati nel reparto ortofrutta (ma anche in quelli gastronomia, macelleria, pescheria e panetteria) dovranno essere bio, nel rispetto degli standard internazionali. Insomma, in tutti i supermercati cambieranno i tipici contenitori dove si mettono pomodori, insalata, mele e uva, e, soprattutto, saranno a pagamento. E la nuova legge è chiarissima: a pagare dovranno essere i clienti e tutti i supermercati saranno obbligati a segnare sullo scontrino ogni «bioshopper» utilizzata. Nel decreto vengono definiti i nuovi requisiti per tutte le buste con spessore inferiore ai 15 micron (micrometri), appunto quelle dei reparti che abbiamo citato poco sopra. E il prezzo? Non c'è ancora una cifra ufficiale e definita, le ipotesi che circolano sono parecchie, ma quella più accreditata riferisce di una cifra per ognuno compresa tra 2 e 5 centesimi. 

«Le certezze al momento sono due - spiega Mauro Poli, responsabile dell'area marketing dell'omonima catena di supermercati -: si partirà l'1 gennaio 2018 e l'addebitamento del costo del sacchetto sarà a carico dei clienti. E questo è scritto chiaramente nella legge, anzi ci sono sanzioni pesantissime per noi e per tutti i venditori che non mettono sullo scontrino il prezzo del sacchetto bio».  

Della stessa opinione Luca Picciarelli, direttore generale di Sait. «Le regole sono nero su bianco: c'è l'obbligo di introdurre queste nuove bioshopper e di farle pagare ai clienti. Anche la Coop centrale si è espressa ufficialmente in disaccordo, ma ne prende atto perché la legge è legge. Ad oggi non abbiamo preso una decisione definitiva in merito, approfondiremo nell'auspicio che qualcosa possa cambiare».  

Chi invece è già pronto è Conad: «A partire da dicembre nei nostri punti vendita - spiega il presidente Ivan Odorizzi - inizieremo con la distribuzione nei nuovi sacchetti bio: per un mese li daremo gratuitamente, perché la norma non sarà ancora in vigore. Poi a gennaio vedremo, nella speranza che qualcosa nella normativa possa cambiare. Ma se la legge resterà così saremo obbligati a farli pagare anche noi».

Le borse biodegradabili dovranno avere un apposito codice a barre ed essere registrate alla cassa: se qualcuno vuole fare il minestrone e compra dieci tipi di verdure, nello scontrino si vedrà addebitati i dieci sacchetti e naturalmente le dieci verdure.  

«L'attenzione all'ambiente e al riciclo fa parte della nostra politica - prosegue Poli - ma siamo dubbiosi sui pagamenti, che inevitabilmente porteranno delle criticità». «Benissimo il biodegradabile - fa eco Picciarelli - ma organizzativamente qualche problema ci sarà. Per noi non sarà comunque una fonte di incassi: già oggi, con i sacchetti a 10 cent, andiamo in pari, non guadagniamo nulla».

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