Accusato di maltrattamenti Condanna per l'ex marito

È stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione - pena più che doppia rispetto alle richieste del pm - un 43enne della val di Non accusato di aver maltrattato la moglie da cui si è poi separato.
 
Il caso era dubbio perché l'imputato aveva sempre respinto le accuse, pesanti, della ex, la quale aveva denunciato di aver subito violenze fisiche e psicologiche anni dopo la separazione. La versione della donna, tuttavia, è stata ritenuta credibile dal giudice che ha condannato l'imputato a risarcire alla ex, costituita parte civile, 15.000 euro di danni oltre a 3.500 euro di spese legali.
 
L'uomo veniva dipinto dalla ex moglie come un prevaricatore: possessivo, violento, attaccato in modo morboso al denaro, cattivo al punto da abbandonare la ex moglie a bordo strada perché la donna, all'epoca incinta, aveva nausea.
 
La parte civile sostiene di aver vissuto in una sorta di "inferno" familiare iniziato in viaggio di nozze con le prime scenate di gelosia. Stando alla testimonianza resa dalla donna nel corso del processo, quello fu solo l'inizio: lei lamentava un morboso attaccamento al denaro da parte del marito che avrebbe preteso di controllare ogni centesimo del bilancio familiare (che pure consentiva un buon livello di benessere visto che i due ex coniugi sono entrambi dipendenti pubblici laureati) facendo così mancare gli alimenti alla famiglia (la ex moglie sosteneva di essere stata costretta ad usare due volte le bustine di camomilla per risparmiare).
 
Ma la donna lamentava anche violenze fisiche e una situazione in cui l'ex marito pretendeva di decidere chi la moglie potesse vedere (ostacolando anche i contatti tra lei e i suoi genitori) e comportamenti vessatori anche durante la gravidanza.
 
L'imputato, difeso dall'avvocato Bonifacio Giudiceandrea, ha sempre respinto tutte le accuse. Secondo la difesa il racconto della parte civile non aveva riscontri, ma sarebbe una sorta di ritorsione perché nel giudizio civile di separazione, in primo e poi anche in secondo grado, i figli della coppia sono stati stati affidati, caso raro, al padre. Nella sua arringa l'avvocato Giudiceandrea ha ricordato che mai durante la separazione, di fronte a psicologi e psichiatri chiamati a valutare le capacità genitoriali dei due coniugi, la donna aveva fatto anche solo accenno ai presunti maltrattamenti. La denuncia sarebbe arriva solo anni dopo, tanto che il processo cadrà in prescrizione a settembre. La tardività delle accuse, tuttavia, per il giudice non ha scalfito l'attendibilità del sofferto racconto fatto dalla donna.

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