Soldi per gli insegnanti: Uil all'attacco Di Fiore a Rossi: «Vogliamo il contratto»

La Uil Scuola contro la giunta provinciale di Trento, in particolare contro il governatore Ugo Rossi, che ha mantenuto la competenza sull'istruzione.

Il segretario del sindacato Pietro Di Fiore scrive: «Apprendiamo della delibera della giunta provinciale che assegna 120.000 euro complessivi ai docenti (100 borse di ricerca di 1.200 euro ciascuna), al fine di riconoscere le buone pratiche, i progetti e le iniziative didattiche già presenti nella scuola in Trentino».

Di Fiore premette che è una buona notizia sapere che sono «state stanziate un po’ di risorse» sulla scuola. «Certo è che le somme stanziate non corrispondono minimamente alle legittime aspettative di un personale, quello docente, che ha contratti e stipendi congelati da quasi dieci anni. Mentre i docenti del resto del territorio nazionale si sono visti attribuire 500 euro ciascuno per iniziative di formazione aggiornamento e ricerca, in Trentino briciole: a 100 docenti un riconoscimento, agli altri 7.000 nulla. C’è ben poco da scherzare, altro che ben altri strumenti in Trentino: per pareggiare l’iniziativa nazionale mancano più di 3 milioni di euro».

Da tempo - si legge nella nota - la Uil Scuola, ricorrendo anche a inserzioni a pagamento per diffondere la propria voce, ha denunciato «le inadempienze di una politica scolastica provinciale che si accontenta di annunci e di qualche piccola iniziativa, magari estemporanea».

«Che il presidente Rossi, nei limiti delle prerogative offerte dalla Autonomia, invii all’Apran direttive volte alla rivisitazione delle parti contrattuali di competenza provinciale, stanziando le conseguenti relative risorse. Vogliamo un contratto che riconosca l’importanza del quotidiano lavoro d’aula: quello che si tiene lontano da progettifici luccicanti; quello che viene portato avanti tutti i giorni con costanza, continuità, sistematicità da ogni insegnante; quello che offre qualità formativa attraverso una didattica individualizzata e personalizzata; quello che spinge in alto i capaci e i meritevoli, ma che sostiene e porta al successo formativo anche i ragazzi che hanno avuto di meno».

Per il sindacato è necessario uscire dalla logiche quantitative dei tagli, dell’aumento delle ore di supplenza: «Si riuscirà a risparmiare qualcosa, ma sono foriere (e lo si assiste già) di impoverimento della qualità complessiva della scuola».

E infine: «Si liberino le scuole dai diktat provinciali; si dia maggior autonomia agli Istituti scolatici nell’utilizzo delle risorse disponibili, sia orarie sia economiche. Si finalizzino le prestazioni aggiuntive, previste dal contratto provinciale, al potenziamento dell’offerta scolastica, al successo formativo dei nostri ragazzi: gli insegnanti non vogliono esser ricordati come dei badanti di persone nell’età evolutiva. Bene, quindi, l’iniziativa sulle borse di ricerca, magari non mirate a logiche centraliste volte a premiare pochi eletti, occorre però tempestivamente stanziare le risorse necessarie per valorizzare il lavoro dei docenti della scuola in Trentino, implementando la quota integrativa provinciale. Si può e si deve fare».

 

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