Esuberi Sait, al via la cassa integrazione Tra un mese le prime lettere

Doppia assemblea la mattina tra sindacati e lavoratori, poi il voto: in 116 scelgono la cassa integrazione, in 56 lo sciopero a oltranza. Così, nel primo pomeriggio, Cigl, Cisl e Uil vanno dai vertici del Sait e comunicano la decisione. Ma adesso non è tutto finito, anzi: tutto inizia. I tempi tecnici per le varie comunicazioni richiedono circa un mese, quindi tra fine marzo e inizio aprile Sait farà partire le prime lettere ai propri dipendenti, comunicando l’inizio dei dodici mesi di cassa integrazione a zero ore.
Dodici mesi che saranno di intenso lavoro, per fare in modo che ad aprile 2018 gli esuberi non siano più 130.
La cronaca della giornata.
Assemblee con i lavoratori della sede centrale di via Innsbruck alle 11 e alle 13. Presenti circa duecento persone, sulle 420 totali, equamente divise tra amministrazione e magazzino. I sindacati hanno spiegato l’aut aut dell’azienda, mentre i lavoratori, pur palesando la propria contrarietà alla situazione che si è venuta a creare, hanno deciso di dare un segnale di disponibilità. «Forti» di un’ampia maggioranza, le rappresentanze sindacali si sono sedute al tavolo: presenti il direttore Luca Picciarelli, il presidente Renato Dalpalù, i rappresentanti dello Studio Elco Tonini e Fortuna, i rappresentanti sindacali della Federazione Odorizzi e Pettinella. La discussione è stata più che altro tecnica, senza entrare troppo nel merito: Sait ha preso atto della volontà dei lavoratori e avviato la procedura, iniziando l’iter di comunicazioni a sindacato, servizio lavoro, ministero. I tempi saranno brevi: a fine marzo, o al più tardi inizio aprile, l’azienda farà partire le prime lettere con la comunicazione dell’inizio della cassa integrazione. A quel punto via alle trattative: i sindacati avranno un anno di tempo per ridurre il più possibile il numero degli esuberi. Tanti gli strumenti, a seconda delle singole situazioni.
I commenti dei sindacati.
«Il sogno - commenta Lamberto Avanzo della Cisl - sarebbe che si arrivasse ad azzerarli, ma più realisticamente l’obiettivo è ridurli: per questo metteremo in campo una serie di strumenti, diversi a seconda delle varie esigenze». «Sarà un percorso difficile - gli fa eco Walter Largher della Uil - ma oggi abbiamo avuto segnali di disponibilità da parte dell’azienda, che ha promesso massimo impegno. Speriamo».«Chi è più vicino alla pensione, probabilmente, accetterà di buon grado la cassa a zero ore, altri saranno magari disponibili, a determinate condizioni, ad andarci con una certa cifra», prosegue Avanzo. «Ci sono poi - aggiunge Largher - i corsi di formazione, forme di incentivo all’esodo, riassorbimenti presso i punti vendita, part time, l’Ape, ovvero l’anticipo pensionistico. E magari il mercato ripartirà e i conti di Sait torneranno a crescere durante questo anno. Tutte strade da percorrere per far scendere il più possibile quel numero di 130 esuberi». «Per fare tutto questo Provincia e Coop dovranno dimostrare disponibilità e attenzione: l’assemblea l’ha fatto, ora tocca anche ad altri», conclude Avanzo.

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