Terremoto in Trentino «Ecco perché succede»

«Un evento avvertito chiaramente dalla popolazione, e che quindi ha suscitato un certo allarme. Ma dal nostro punto di vista è un evento che può accadere in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo in Italia».

Agli occhi della scienza quindi il terremoto di magnitudo 3.6 che giovedì  mattina ha spaventato gran parte degli abitanti della Vallagarina, che hanno sentito chiaramente la terra tremare per qualche secondo, è un evento banale. Certamente da registrare (è stato il secondo per magnitudo tra i sismi registrati ieri in Italia, inferiore solo ad una scossa delle 9.58 a Perugia di magnitudo 3.7) ma nulla di più.

«Un evento assolutamente normale in una zona come il Trentino» spiega Antonio Piersanti, sismologo dell’lngv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia). «Nella regione in questione - sottolinea l’esperto - la popolazione potrà non essere avvezza a fenomeni sismici rilevanti, soprattutto negli ultimi anni, ma non dobbiamo scordarci che l’area è caratterizzata da attività sismica medio alta. Se si tira una retta tra Vicenza e Verona e si prosegue verso l’alto, a Nord, fino a Trento, abbiamo un’idea grafica abbozzata del territorio in questione».

«Con attività sismica medio-alta - spiega il sismologo - si intende in termini scientifici la probabilità del verificarsi di terremoti forti, intendendo con “terremoti forti” di magnitudo 5 o superiore».

È destino dell’Italia tutta, ed anche del Trentino, essere soggetta a fenomeni sismici anche di forte magnitudo. I sismi che hanno devastato il centro Italia ne sono solo l’ultimo, drammatico esempio. «Il grande motore che causa tutti i terremoti nella nostra penisola - argomenta Piersanti - da quelli strumentali ai terremoti maggiori, è il moto di convergenza tra la placca africana e la placca euroasiatica. Questo macro movimento tettonico si concretizza poi in numerosissimi terremoti in tutta la penisola. Soprattutto, l’energia tende a liberarsi sulle zone di cosiddetta “debolezza” della crosta terrestre, le faglie».

L’unica difesa di fronte ai terremoti è la prevenzione. Un concetto che ancora oggi, anche dopo le terribili scene del centro Italia, deve essere ribadito. «Bisogna essere preparati adeguatamente in termini di qualità dell’edificato» sottolinea Piersanti.

Una raccomandazione tanto più cogente in quanto le previsioni statistiche elaborate dall’Ingv danno per sicuro l’avvento in Italia di un sisma di magnitudo fino a 7.  I sismi che sono attesi «saranno - aveva argomentato Piersanti - per intensità simili a quello dell’Irpinia nel 1980, al sisma di Messina e Reggio Calabria nel 1908. I terremoti degli ultimi anni hanno portato in sé delle grandi tragedie, con un elevato numero di vittime, ma purtroppo la Terra ci sta dando degli avvertimenti».

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