Dopo 11 anni Stella torna dai genitori Era fuggita dalal comunità, ricorso accolto

Dopo 11 anni Stella (il nome è di fantasia) da sabato scorso può legittimamente abitare a Trento dai suoi genitori. Il Tribunale per i minorenni ha accolto il ricorso dei genitori di origini siciliane ma da molti anni in Trentino, che chiedevano la revoca dell'affidamento eterofamiliare adottato ormai molti anni fa perché la famiglia naturale era stata giudicata non idonea a crescere quella che all'epoca era una bambina.

Lo riferisce in una nota l'avvocato Francesco Miraglia, legale della famiglia, che sottolinea come la principale motivazione posta all'epoca alla base del provvedimento che allontanò la figlia da casa era lo stato di grave indigenza dei genitori. Un argomento che tuttavia da solo non basta a sottrarre un figlio ai genitori naturali.

Di certo gli ultimi anni di vita di «Stella» sono stati travagliati. Negli 11 anni trascorsi lontano da casa, ma sempre comunque in contatto con i genitori, la minorenne venne affidata a due diverse famiglie e in due diverse comunità. L'ultima aveva sede a Milano dove la ragazza evidentemente aveva nostalgia di casa. Madre e padre li vedeva solo una volta al mese perché la coppia non poteva permettersi viaggi a Milano con maggiore frequenza. Così il 16 novembre del 2015 «Stella» fuggì dalla comunità e rientrò a Trento venendo accolta dai genitori. Una collocazione che da sabato - informa l'avvocato Miraglia - è stata approvata anche dal Tribunale per i minorenni che, anche su una base di un consulenza tecnica, ha ritenuto che il rientro in famiglia fosse la soluzione migliore nell'interesse della minorenne. In questo percorso i genitori saranno comunque accompagnati dai servizi sociali di Trento.

L'avvocato Miraglia sostiene che il primo provvedimento di allontanamento dalla famiglia naturale venne sollecitato dai servizi sociali di una valle del Trentino per lo stato di indigenza dei genitori: «Naturalmente - precisa il legale - non era questo l'unico argomento posto alla base di quella decisione, ma nella sostanza tutte le difficoltà della famiglia nascevano da una situazione economica molto difficile».

Su questo aspetto l'avvocato viene però smentito dal presidente del Tribunale per i minorenni di Trento, Paolo Sceusa: «Non ero a Trento in quegli anni e non conosco il caso, ma posso assicurare più in generale che mai un provvedimento di allontanamento di un bambino dalla famiglia viene motivato con lo stato di indigenza dei genitori. Semplicemente è una circostanza che, per costante giurisprudenza, non può accadere. Basta con le favole dei bambini tolti alle famiglie povere per essere dati alle famiglie ricche».

L'avvocato Miraglia sottolinea un altro aspetto peculiare (il legale parla addirittura di «scandaloso») della vicenda: nel 2015 un assistente sociale durante un incontro con l'adolescente avrebbe descritto i genitori come degli incapaci denigrandoli, conversazione che però venne registrata dalla ragazza. E per questo la famiglia chiese e ottenne di essere seguiti da un diverso servizio sociale.

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